5 tendenze del giornalismo social per il 2023
Ciao *|MERGE1|*,
benvenut* in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
Buon anno! Come sta andando questo incipit del 2023?
Torno su questi schermi dopo un periodo di pausa. Ho dovuto e voluto fermare per qualche settimana la produzione di contenuti, qui e sui social. Se all'inizio l'idea - da brava capricorno - mi terrorizzava, alla fine è andata benissimo. Anzi, voglio programmare altre pause simili (dai social, non dalla NL), meno dovute e più organizzate.
Torniamo a noi. Inauguriamo l'anno analizzando il report di Reuters sui trend digitali del giornalismo 2023 🗞
Gli spunti e le evidenze emerse dal report credo possano essere interessanti anche per altri settori, non solo per chi si occupa esclusivamente di media.
A proposito, spesso in questa newsletter abbiamo citato il Washington Post come caso studio su TikTok e Instagram.
In settimana sono incappata in un post LinkedIn che riassume bene una grande verità:
Fate screenshot e inviatelo al capo/CEO/cliente che dice sempre "Guarda i TikTok di xy, facciamoli anche noi!".
E poi xy ha un team social di 10 persone.
Bellissimo e utilissimo prendere spunto da canali di successo per i propri contenuti, ma lo è altrettanto prendere spunto per quanto riguarda l'organizzazione interna.
Iniziamo l'anno con questa consapevolezza.
In coda alla mail, come sempre, trovi le notizie social più utili secondo me. Questa volta ho fatto una selezione che copre anche le vacanze natalizie, non solo l'ultima settimana.
💬 Come sempre, fammi sapere cosa ne pensi.
Buon weekend di post programmati e alla prossima 🫶
V.
5 trend social del giornalismo (e non solo) 2023
Il primo episodio di questa newsletter, spedito nella primavera del 2021, era tutto dedicato all'evoluzione del giornalismo sui social e conteneva l'intervista a Livia Viganò, co-founder di Factanza.
I dati parlavano chiaro: dalla pandemia in poi il nostro modo di fruire le notizie e di approfondire i temi di interessi è cambiato in modo drastico e repentino.
Riassumendo al massimo: meno Twitter, più Instagram; più caroselli, meno link; più visual, meno testo.
Un anno e mezzo dopo ecco che quella panoramica ci sembra già lontana, obsoleta, non cancellata, ma trasformata sì.
L'annuale report di Reuters ha individuato anche quest'anno le tendenze digitali che coinvolgeranno il giornalismo, intervistando molti protagonisti del settore.
Di seguito ho estrapolato le evidenze emerse specialmente riguardo i social media.
1. - Facebook e Twitter, + TikTok, IG, YouTube
Nel 2023 i giornali prevedono di investire meno su Facebook e Twitter e di più su TikTok, Instagram e YouTube. Tutti canali con un’audience più giovane.
Ad alcuni questo dato sembrerà scontato, ma è giusto ricordarlo.
Se c'è una cosa che negli ultimi 10 anni ha sempre funzionato su Facebook sono le notizie, la cui reach esplodeva grazie alle polemiche nei commenti ai post delle testate giornalistiche.
Prova oggi a dare un'occhiata al numero di commenti e condivisioni di un post FB di Repubblica e vedrai come questa tendenza sulla principale piattaforma Meta sia molto diminuita a livello di numeri.
2. La migliore alternativa a Twitter? LinkedIn
Secondo i soggetti intervistati la potenziale implosione di Twitter dovuta alla leadership di Elon Musk rappresenta un danno per giornalismo.
In ordine LinkedIn, Mastodon e Facebook vengono indicate come le migliori alternative a Twitter.
Se Mastodon dopo un picco di popolarità sta già subendo un fisiologico calo di utenti e se Facebook è ormai quello che è, LinkedIn è invece vivo, vegeto e lotta insieme a noi.
Poche rivoluzioni, semplice da usare, missione chiara: LinkedIn proprio per la sua tendenza a rimanere "sottotono" rispetto ad altre piattaforme più note, più cool, rimane un social ricco di potenzialità per moltissimi settori.
Molto curiosa di vedere se anche il giornalismo lo abbraccerà a 360 gradi (P.S. fammi sapere se hai già notato qualche testata interessante su LinkedIn, io indagherò presto).
3. Lo storytelling è video e su TikTok
Il crescente interesse nei confronti di TikTok manifesta, anche per il giornalismo, il desiderio di interagire con gli under 25 e di sperimentare il racconto attraverso video verticali sulla piattaforma che attualmente offre una copertura maggiore.
Nonostante le preoccupazioni dovute alla sicurezza dei dati, l'app di proprietà cinese continua a guidare le nostre abitudini.
4. TikTok is the new Google
Già mesi fa Google stesso aveva notato e dichiarato che molti giovani (il 40%) preferiscono TikTok a Google per le proprie ricerche online.
Secondo gli esperti la diffusione e la fruizione delle notizie relative alla guerra in Ucraina conferma questa tendenza.
L'esempio qui sopra sottolinea quanto i media mainstream emergano poco tra i risultati di ricerca relativi agli aggiornamenti sul conflitto ucraino su TikTok.
5. I formati multimediali migliori: video e audio
Uno dei trend digitali più consistenti degli ultimi anni che ha coinvolto il giornalismo, e non solo, è sicuramente il passaggio a formati multimediali diversi dal semplice testo + immagini.
Anche nel 2023, secondo le intuizioni degli intervistati, l'interesse nei confronti di podcast, newsletter, live e short form video continuerà a crescere.
🗒 Qui il report completo di Reuters
💡 Se ti interessa il giornalismo digitale ti consiglio Mapping Journalism, la nuova newsletter di Francesco Zaffarano.
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L'immagine di copertina è stata realizzata da Giorgia Petracci, il mio logo da Egidio Filippetti.