3 lezioni dalla strategia social di La7
Ciao *|MERGE1|*,
benvenut* in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
Ti ringrazio per essere ancora qui a leggermi nonostante le settimane di pausa 🫶
La pausa che mi sono presa dalla scrittura di questa newsletter, e non solo, è stata fisiologica e necessaria.
Apro e chiudo una parentesi: la costanza e l'impegno sono motori di efficacia, progresso, evoluzione. Ne sono convinta. A volte però bisogna ammettere di avere bisogno di una pausa, prendersela e viverla quanto serve. Ora sono convinta anche di questo. Ognuno ha i suoi tempi, io ho seguito i miei e devo dire che ora tutto bene.
Ad ogni modo, mi sei mancat*!
Torniamo dunque a noi.
Nelle ultime settimane i social mi hanno regalato un assist per raccontarti una strategia di cui volevo scrivere da un po' e che può esserci utile per tirare le fila sui metodi di comunicazione più efficaci da usare sui social media, su come si evolvono e sul (difficile) stato dell'arte attuale.
Parliamo della strategia social di La7 e di come viene orchestrata su Instagram e TikTok.
Fammi sapere, come sempre, cosa ne pensi.
Buona lettura e buon weekend di post programmati!
V.
P.S. Segnalo che il 10 maggio a Milano gli Avengers dell'internet Viola Stefanello (Il Post), Valerio Bassan (Ellissi) e Mattia Salvia (Iconografie) hanno organizzato Celebrità di internet e studiosi di meme, una serata a metà tra stand-up comedy e game show per scoprire se le celebrità di internet e gli studiosi di meme sanno cose (e cosa sanno), e dimostrare che si può parlare di internet offline senza essere cringe.
Tra gli ospiti Ryan Broderick (ex Buzzfeed), Eterobasiche, Daniele Zinni (@inchiestagram) e molti altri. Insomma, una bomba per noi impallinati di social e internet.
Qui puoi prendere il biglietto. Se ci sarai scrivimi così ci salutiamo!
3 lezioni dalla strategia social di La7
Cosa pensi se scorrendo (Rampelli, questo scorrendo al posto di s̶c̶r̶o̶l̶l̶a̶n̶d̶o̶ è solo per te) Instagram o TikTok incappi in questo frame?
Nelle scorse settimane in un paio di video pubblicati sui canali La7 il giornalista Andrea Purgatori annuncia l'intervista esclusiva a "uno dei più grandi criminali degli ultimi decenni".
Alle 19 diamo l'annuncio, ci dice.
Ora, nonostante lo stile del video in linea con il canale, il montaggio video professionale e l'autorevolezza di un giornalista, credo di poter parlare per tutti noi dicendo che era chiaro ci fosse qualcosa sotto.
[ndr. Purgatori è noto per numerose incursioni nel mondo del cinema, potrei aprire una pagina solo per raccoglierle]
Nel frattempo l'hype cresce. Anche se si tratta di uno scherzo, ci fa ridere e incuriosisce proprio questa incongruenza.
PURGATORI DICCI DI PIÙ.
Non dobbiamo aspettare molto per comprendere il teatrino. Nel giro di poche ore arriva un terzo video che svela l'arcano.
Era il 6 aprile, Giornata della carbonara. Il famoso criminale si è macchiato del grave delitto di averla cucinata con la panna. Alla fine Andrea Purgatori lo intervista, incappucciato.
Uno scherzo, è chiaro, ma se proviene da una rete televisiva che fa informazione acquista un significato diverso. Rappresenta perfettamente l'infotainment sui social.
3 video, oltre 1 milione di visualizzazioni totali su TikTok. Una notizia "falsa" che non serve a niente, se non a divertirci.
Perché ti sto parlando di questa iniziativa lanciata dai burloni di La7?
La7 da tempo sembra aver investito in modo importante sui social. Si è strutturata in linea con i tempi (tra poco vediamo come), crescendo parecchio nell'ultimo anno (+40% follower su Instagram in 12 mesi).
Crescere sui social nel 2023 non è semplice. In questo caso è interessante capire quali carte abbiano giocato.
Come gli altri organi di informazione anche La7 dalla pandemia in poi ha incrementato la produzione di contenuti, ma lo stile emerso fino a poco tempo fa era più impersonale, statico.
Di base venivano condivisi estratti video delle puntate dei programmi della rete.
Piano piano sono aumentati i contenuti più "ingaggianti" (es), pensati unicamente per i social, meno per il pubblico televisivo.
L'obiettivo dei canali rimane lo stesso: posizionarsi come organo di informazione autorevole e promuovere i propri programmi, sfruttando notizie e approfondimenti.
Se però prima venivano sfruttati i contenuti nudi e crudi, ovvero estratti dei programmi, da un certo punto in poi i social sono diventati un magazine a parte. E per questo funzionano così bene.
Possiamo riassumere i motivi principali del successo di questa strategia in 3 punti:
1) Collaborazioni con creator e influencer
Il cambio di passo per me è arrivato con la collaborazione con Alessandro Arcodia.
Arcodia è attore, content creator e grande fan di La7.
Dopo aver pubblicato su TikTok un video in cui racconta la sua ossessione per questa rete, Arcodia è stato chiamato a creare contenuti ad hoc in collaborazione la rete.
Un modo molto simpatico per portare dietro le quinte gli altri utenti appassionati di attualità, maratone Mentana e punti di Paolo Pagliaro.
Ma Alessandro Arcodia non è l'unico creator coinvolto: attraverso altre rubriche si parla ad esempio anche di lingua italiana con @vitaconloyd, di cinese con @lizsupermais, di attacchi di panico con @iononmistresso.
2) Contenuti ideati ad hoc per i social e la GenZ
Dall'inchiesta sulla carbonara con la panna a una rubrica dedicata ai tiktoker italiani, fino a contenuti di approfondimento dedicati a temi di attualità.
La7 non replica e sfrutta solo i contenuti video estrapolati dalle puntate ma integra il palinsesto televisivo con quello social, sviluppando una commistione di formati che si alimentano l'uno con l'altro, parlano specialmente ai più giovani grazie ai trend e ci mostrano un lato diverso del proprio prodotto: programmi e presentatori.
3) Tono di voce diversificato per contenuto
Il linguaggio utilizzato è sempre sul pezzo e adattato al tipo di contenuto.
Chiaramente un conto è salutare la spunta blu su Twitter rivolgendosi scherzosamente a Elon Musk, un altro è raccontare le notizie. La differenza di tono è sempre chiara.
Cosa ci portiamo a casa?
Crescere sui social nel 2023 sembra sempre più difficile.
Tanti competitor, tante possibilità, tante novità da seguire, tanto tutto.
Una strategia social ragionata e strutturata rappresenterà però sempre un'ottima bussola utile ad orientare la presenza di un brand o di una persona su questi matti canali.
Qualche consiglio che trovo valido per tutti, tirando le fila:
Buttare il cuore oltre l'ostacolo: i video di Purgatori a caccia del criminale della carbonara non erano obbligatori. Che piacciano o meno sono riusciti a coprire una giornata mondiale (il grande fardello che ci portiamo dietro noi SMM) valorizzando un "prodotto";
Partire da una strategia di base solida, poi aggiungere gli extra: un'emittente televisiva deve raccontare le notizie, ma può anche parlare di altro, posizionandosi come punto di riferimento su più temi. Se per farlo non ha un contenuto a disposizione (nel palinsesto di La7 non esiste ad esempio un programma che racconta i creator), ne crea uno ex novo;
Mantenere coerenza visiva e di linguaggio: sui social non serve mai strafare, snaturararsi. Si può parlare di tutto, ma sempre considerando temi e luoghi che si vogliono affrontare. Che il rischio di diventare How you do fellow kids è sempre alto.
☄️ Top 5 social media news
Possiamo aggiungere fino a 5 link in bio su Instagram
Chi ha Twitter Blue può scrivere tweet di 10k caratteri
Molti leader, figure pubbliche e brand hanno perso la spunta blu su Twitter. Dal Papa a Selena Gomez
Whatsapp si prepara a lanciare le newsletter, si chiameranno Canali
LinkedIn aggiunge al feed contenuti suggeriti dall'algoritmo, in stile TikTok
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Ciao! Mi chiamo Valentina Tonutti e sono una social media strategist. Dal 2015 lavoro con i social soprattutto per media, politica e editoria. Online amo condividere e creare sinergie: la mia newsletter nasce per questo motivo.
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