6 consigli per usare LinkedIn senza essere ampollosi
Ciao, benvenut* in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
L'altro giorno sono stata invitata a parlare a un evento. Le organizzatrici mi hanno detto che mi seguono su LinkedIn e da lì hanno pensato di invitarmi.
Il mio pensiero è andato subito al mio profilo LinkedIn, un po' abbandonato e troppo poco aggiornato 👀 ma che spesso funziona comunque da solo. Minima spesa, massima resa.
[In questo periodo voglio investire di più su LinkedIn, colleghiamoci se ci sei]
LinkedIn, ritenuto dall'immaginario comune abbastanza antipatico e impettito, è in realtà funzionale ai suoi obiettivi: aiutare le persone a trovare lavoro.
E noi, per essere funzionali, non dobbiamo per forza essere ampollosi e altisonanti. Anzi, funziona proprio il contrario.
Secondo The Cut anche gli adolescenti stanno iniziando ad apprezzare questa piattaforma, perché all'interno dell'intero ecosistema social LinkedIn sembra un'isola felice, libera dalla FOMO, dalla negatività e dalla ricerca di perfezione.
Oggi provo ad aiutarti a ottimizzare il tuo profilo LinkedIn, che è sempre meglio farsi trovare pronti per quando si cerca lavoro o progetti.
That's all folks.
Buon weekend di post programmati e al prossimo sabato,
V.
P.S. ho creato l'immagine di copertina che vedi qui sotto tramite lo strumento di intelligenza artificiale di Canva. Ti piace? Farò altri test, ma è simpatico e sembra funzionare bene!
6 consigli per usare LinkedIn senza essere ampollosi
Con i suoi 424 milioni di utenti attivi al mese LinkedIn non risulta nella top 10 dei social network più utilizzati, ma è il più anziano di tutti i principali social (nasce nel 2003).
Detto ciò, per capire se vivere e sfruttare o meno una piattaforma social credo sia importante anche fare un'analisi qualitativa, oltre a quella quantitativa.
"Su LinkedIn ci sono le aziende". Si dice così ed è vero. Ma chi c'è dietro "le aziende"?
Non solo CEO in giacca e cravatta, ma anche responsabili marketing, head of digital, data analyst, social media manager, solo pensando al settore digital a cui apparteniamo. Persone che altrimenti avremmo più difficoltà a rintracciare sugli altri social.
Il principale vantaggio di LinkedIn per me è, inoltre, questo:
potermi permettere di pubblicare anche un solo post alla settimana per ottenere risultati (ricevere richieste di preventivi, aumentare la mia rete sociale, scambiare opinioni e idee).
Questo perché tendenzialmente i contenuti hanno vita lunga.
Nel senso che la copertura, la reach, è ad ampio raggio. Se su Instagram un post dopo meno di 48 ore è già scaduto, su LinkedIn i contenuti possono "viaggiare" per giorni se iniziano a ricevere interazioni.
Altri vantaggi di LinkedIn:
👉 Funzionano tutti i multimedia, anche il testo puro: che meraviglia. Un posto dove puoi anche solo scrivere. Ovviamente bisogna attivare al meglio le nostre capacità di copy e avere qualcosa da dire, ma se non ti va di creare grafiche ad hoc LinkedIn non se la prende.
Esempio: in questo post Alessia Anniballo, fondatrice di The ideas lab, ha raccontato il suo punto di vista sugli incentivi del governo al "rientro dei cervelli". È andato virale perché il tema è caldo e il suo commento è prezioso, perché lei rientra proprio tra i giovani rientrati in Italia dall'estero. Testo + foto dell'articolo di giornale. Punto.
👉 Profilazione dettagliata: da un profilo LinkedIn posso scannerizzare velocemente l'esperienza lavorativa di una persona senza chiedere il CV. A loro volta le altre persone possono scannerizzare il mio profilo e capire molto velocemente se posso fare al caso loro. L'esperienza parla sempre da sola.
👉 Poca pubblicità: la navigabilità su LinkedIn, per quanto possa risultare vecchio stile rispetto agli altri social, è fluida. Le ads non sono invasive. Non è poco in un internet in cui dobbiamo continuamente dribblare le pubblicità.
Come fare quindi per usare LinkedIn in modo efficace e senza snaturarsi?
1. Ottimizza il profilo per essere trovato senza sforzo
Che tu sia dipendente o libero professionista, alla ricerca di nuovi lavori/progetti o meno, se ottimizzi il profilo, il tuo profilo farà il lavoro per te. Se i recruiter stanno cercando un profilo simile al tuo ti troveranno e ti contatteranno.
Quindi A) Aggiorna la foto profilo, che sia un primo piano dove si vede bene il viso, con una buona luce B) Compila il campo Esperienze con i dettagli necessari, così valorizzi i lavori precedenti C) Sotto la foto profilo c'è uno spazio per riassumerti in una riga. Scrivi di cosa ti occupi, soprattutto tramite parole chiave. Come se fosse una bio di Instagram, più breve.
2. LinkedIn è un social network: crea contenuti e cura le relazioni in modo umano
Ti piace comunicare tramite visual? Crea caroselli e caricali in formato PDF, funzionano molto bene anche su LinkedIn.
Ti piace fare video? Parla del tuo lavoro in una serie di video e pubblicali su LinkedIn. Francesca Bardelli Nonino è diventata l'influencer della grappa, ha vinto premi, ed è sempre menzionata come best case perchè su LinkedIn racconta il prodotto della sua azienda in modo spigliato, utile e via video (formato che in pochi usano su LinkedIn).
Anche se LinkedIn sembra meno "giocoso" di Instagram, lì sopra ci sono sempre persone, comportati di conseguenza. Lascia stare quelli che si vantano di fare 100k al giorno, quelli che mandano messaggi automatici, i bot, elimina i contatti tossici dalla tua rete e interagisci con altre persone che fanno il tuo lavoro. Commenta i loro contenuti, se per te interessanti, fai domande, confrontati.
3. Cerca lavoro, LinkedIn è fatto apposta
Sei freelance e vuoi proporre un progetto a un'azienda che ti piace?
Cerca su LinkedIn il responsabile marketing e scrivi un messaggio per proporre una call. Se non risponde, cerca la mail sul suo profilo e contattalo così.
Stai cercando lavoro come SMM dipendente? Fatti notare scrivendo post in cui commenti le ultime novità social, un caso studio o documenta il tuo percorso.
Questo è il mio punto di vista ad ora.
Per ampliare la panoramica su questa piattaforma aggiungo volentieri i consigli di Enrico Nunnari, Managing Director della digital agency Sally Lee (Spencer & Lewis), che può aiutarci ad affrontare LinkedIn in ottica aziendale.
Inciso: il cosiddetto employer branding fatto bene riesce solo se dietro c'è una cultura aziendale solida anche offline (come nel caso di Sally Lee).
I consigli di Enrico Nunnari, Managing Director di Sally Lee, per curare LinkedIn in modo efficace in azienda:
1. Employer branding
Non sottovalutare il piano editoriale parlando soltanto dell'azienda e del business ma valorizza anche la popolazione aziendale, dandogli la giusta visibilità. I dipendenti sono i primi ambassador dell'azienda stessa, attraggono opportunità e anche talenti.
2. Personal branding
Ogni azienda ha almeno una persona di riferimento (CEO, responsabile marketing, etc.) che, posizionando la propria figura, posiziona anche l'azienda. Essere trasparenti, condividere la propria persona oltre la professionalità svolta, non essere autoreferenziali, aiuta a creare fiducia in chi legge. Interagire con terzi profili, tramite commenti, inoltre incrementa il pubblico di esposizione.
3. Advertising
Se invitassimo per un'uscita una persona che ci piace ma che abbiamo conosciuto soltanto da un minuto che probabilità avremmo che ci dica di si? Se invece ci presentassimo, scambiassimo nei giorni seguenti delle chiacchiere e solo dopo un po' la invitassimo questa probabilità salirebbe, no? Vale la stessa cosa con la lead generation. LinkedIn ci mette a disposizione tantissime opzioni per fare advertising: single image, caroselli, video, document ads, tought leadership. Non possiamo escludere le parti alte del funnel, awareness e consideration, sono quelle che ci porteranno a convertire. O a cena fuori.
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Instagram: 1) Possiamo creare gli sticker per le Stories direttamente in app. Niente di nuovo se hai un iPhone 2) In fase di test un feed "Nearby" per far emergere le Stories di utenti vicini 3) ma anche un feed per i contenuti dei profili verificati
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