Essere verticali come il Washington Post
Ciao, e benvenuto/a in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
Come stai? Hai programmato tutti i post di Pasqua e sei pronto/a a goderti il weekend lungo? Spero di sì, te lo meriti.
Recentemente mi ha colpito molto una posizione aperta dal Washington Post: cercano un Instagram Editor per aprire un profilo Instagram dedicato alla questione climatica.
UNA sola persona per UN solo canale, che a sua volta è una costola del canale principale.
Fantascienza? No: la realtà dei fatti per un'azienda come il Washington Post, il futuro per tutti noi.
Quando ho iniziato a lavorare in agenzia digital non conoscevo nessun termine di marketing. Zero.
Il mio vocabolario di comunicazione si limitava al mondo social. Per il resto, buio quasi assoluto.
Durante le prime riunioni/brainstorming mi sentivo un po' spaesata, ma approfittavo di essere appena arrivata per chiedere il significato di ogni parola.
Su tutte c'era una combinazione di termini in particolare che non riuscivo a decifrare: orizzontale e verticale, utilizzati per descrivere delle attività.
Ora io non so se questi termini si usino così di frequente in altri ambiti. So per certo che oggi, 6/7 anni dopo quelle prime riunioni, io uso queste parole fin troppo.
Specialmente l’aggettivo “verticale”.
Oggi ho un buon motivo per farlo: il più delle volte “una soluzione verticale” è la risposta a molti problemi legati all’uso e alla gestione dei social.
Cosa intendiamo per "essere verticali sui social"
Se siamo specializzati, focalizzati su un solo tema o su un solo canale (insomma, verticali) sui social funzioniamo quasi sempre, sia a livello di contenuti, sia a livello di management.
Attualmente nel mondo ci sono oltre 4 miliardi di utenti attivi sui social media. Capiamo facilmente che le fette di un’immaginaria torta dell’attenzione disponibili sono sempre più piccole.
Eppure non è vero che non si possa lanciare un progetto sui social “perchè ci sono già molti altri canali che ne parlano”.
Ci sarà sempre una sfumatura da approfondire, una caratteristica da valorizzare, una necessità da soddisfare.
Mi piace sempre fare un paragone con le canzoni d'amore: i temi al centro delle canzoni d'amore sono sempre quelli, da anni e anni, eppure gli artisti continuano a scriverle. Cambia il modo, l'attitudine, il formato e continueremo a cantarle.
Vi faccio un esempio con un canale che conosciamo tutti:
Norma’s teaching non ti insegna l’inglese sui social.
Norma’s teaching ti aiuta a migliorare la pronuncia inglese tramite dei video brevi su TikTok.
I video di Norma sono verticali perchè hanno un formato unico e riconoscibile (in un video confronto la pronuncia scorretta e corretta di un termine inglese) e vengono pubblicati su una sola piattaforma (inizialmente lei pubblicava solo su TikTok).
Il Washington Post parla già di ambiente e crisi climatica sui suoi canali social. Il Washington Post vuole lanciare «il miglior canale Instagram sul clima», come scrive Travis Lyles.
Torno al mio incipit. Essere verticali non è utile solo a produrre contenuti più efficaci.
Specializzarsi all’interno di un settore è fondamentale anche per i social media manager.
Sono abbastanza certa che con il tempo non servirà più saper solo usare bene Instagram per un brand.
Servirà (serve già) sapere usare Instagram per il food, per i motori, per l’editoria, per l’informazione, per il cinema, e così via all’infinito.
Vantaggi per il brand: ho una persona che riesce perfettamente a vestire i miei panni
Vantaggi per il SMM: divento molto bravo/a in un settore, lo conosco sempre meglio, porto risultati, vengo contattato da aziende simili
Come posso gestire i social nel modo più agile ed efficace possibile se non conosco il linguaggio che si parla nel settore?
Come posso rispondere al commento di un utente in modo credibile, se non riesco minimamente ad immaginarmi chi c'è dall'altra parte dello schermo?
Ci facciamo sempre tanti, troppi, problemi sugli algoritmi delle piattaforme, ma dovremmo farcene sempre di più sulle persone.
Dall'altra parte anche le aziende, specialmente italiane, devono prendere spunto dal Washington Post e sforzarsi di capire che le piattaforme social sono sempre più complesse.
Non è più sostenibile caricare di canali i social media manager. A seconda delle possibilità, meglio tanti e mirati contenuti su un solo canale, che pochi e confusi contenuti su tanti canali.
E no, non è una questione di budget, ma di attitudine e valorizzazione delle risorse.
Per oggi è tutto *|MERGE1|*, se ti va fammi sapere cosa ne pensi. Nel frattempo, buon weekend e buona Pasqua!
V.
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L'immagine di copertina è stata realizzata da Giorgia Petracci.