Instagram mi sta stufando
Ciao *|MERGE1|*,
benvenuto/a in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
Nell'ultima settimana ho provato BeReal, il nuovo e chiacchierato social network di cui ti avevo accennato nella e che vuole permetterci di essere più autentici.
Dopo un breve riassunto di questa esperienza, preparati perchè in questa newsletter ho messo su carta la mia critica nei confronti di Instagram e del monopolio Meta.
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Ma andiamo con ordine.
Breve inciso su come funziona BeReal
La fase di iscrizione funziona come per tutti gli altri social network, con l'unica differenza che siamo obbligati a consentire le notifiche. Una volta al giorno l'app infatti ti invia una notifica e ti invita a scattare e condividere una foto.
Hai sempre e solo due secondi per scattare una foto. Durante questa settimana di utilizzo non ho mai avuto né tempo né voglia di preparare un set o sistemarmi, te lo dico.
Quando scatti la foto frontale, l'app scatta automaticamente anche dalla fotocamera posteriore. Insomma BeReal ti mette alle strette: o scatti quando te lo dicono loro, e non importa dove tu sia o cosa tu stia facendo, oppure aspetti il giorno successivo per condividere i fatti tuoi con i tuoi amici.
Il feed è suddiviso in My Friends e Discovery, dove compaiono gli scatti delle rispettive categorie. Questa suddivisione è molto simile a quella di TikTok, ma trattandosi di immagini ricorda - da lontano - anche Instagram.
"Da lontano" perchè non c'è nessuna possibilità di caricare foto oppure di modificarle.
Singolare, disfunzionale, letteralmente senza filtri: che abbia vita lunga o meno, BeReal - ormai già scaricata da 7 milioni di persone e amata dalla Gen Z - risponde ad una necessità e rappresenta un piccolo punto di rottura.
Inoltre, penso io, quando una piattaforma viene utilizzata e apprezzata specialmente dai giovanissimi dobbiamo eliminare ogni preconcetto e ascoltare loro. Molte spesso hanno ragione.
BeReal è un fuoco di paglia? durerà?
Ammetto che dopo 3 giorni di utilizzo intenso mi ha un po' stufato, credo soprattutto perchè non ho ancora amici sulla app. Non voglio però disinstallarla, voglio vedere come evolve.
Forse ti sta venendo in mente Clubhouse. Molto entusiasmo iniziale per poi cadere nel dimenticatoio. Ci tengo a difendere a spada tratta anche Clubhouse: ha identificato e risposto ad una nostra esigenza, surfando il successo dei podcast. Dopo un certo periodo Clubhouse non ha sbancato, ma ciò non significa che non abbia rappresentato uno step, uno spunto in più nel mondo social e della comunicazione.
Che ci piaccia o meno questo nuovo social francese, è un passo in avanti contro il monopolio di Zuckerberg, un uomo che non ha una nuova idea da almeno 3 anni.
BeReal vuole posizionarsi principalmente come competitor di Instagram, e il "social delle immagini" un po' se lo merita.
Solo io sto diventando allergica a Instagram?
Ce l'ho con la piattaforma, che tanto si è dimostrata un luogo amabile dove raccontare e raccontarsi attraverso sistemi semplici, tanto oggi ci ingozza di novità. Troppe.
Ad esempio: davvero abbiamo bisogno di 3 diversi feed? ovvero tre Instagram diversi dove vedere 3 tipologie di utenti diversi? (perchè questo significano il feed cronologico, quello algoritmico e Preferiti che ora tutti possiamo scegliere).
Abbiamo davvero il tempo (e la voglia) di fare una scelta simile? Io no. E parlo prima da utente che da social media strategist.
Negli ultimi anni abbiamo desiderato troppo da Instagram. Dalla prepotente crescita di popolarità di TikTok la piattaforma ha provato a rispondere a molte storiche richieste degli utenti fino a snaturarsi.
Credevamo che una fruizione cronologica dei contenuti ci avrebbe riportato ai tempi in cui bastava postare una foto e applicare 200 filtri per aver fatto il nostro. Lo abbiamo chiesto, ci è stato dato.
La realtà è che nel frattempo siamo cambiati noi umani, le nostre esigenze, le tecnologie, ed è andata a finire che era tutta un'illusione: un algoritmo capisce benissimo quali sono i contenuti da mostrarci, ci conosce meglio di noi stessi.
Negli ultimi 3 mesi hai mai cambiato più di una volta la visualizzazione del tuo feed? Ecco.
Ultimamente Adam Mosseri, Head of IG, ha addirittura annunciato che penalizzerà il caricamento di Reels editati e già pubblicati su un'altra piattaforma (TikTok. PS mi segui? mi sto divertendo, mi trovi come @vatonutti), mentre premierà i video "originali", prodotti direttamente su app.
Alquanto ridicolo visto che gli stessi Reels sono un formato copiato da TikTok.
Concludo. Paradossalmente TikTok, BeReal, Clubhouse e molte altre piattaforme dove il formato del contenuto è più definito possono sembrare limitanti ma è proprio questa la loro forza. O mangi questo osso, o salti questo fosso (cit. nonna). Forse siamo più felici se abbiamo meno scelta.
L'ecosistema Meta, Instagram in particolare, deve decidere cosa scrivere sulla carta d'identità, ora che deve rinnovarla.
Sono curiosissima di sapere cosa ne pensi: come ti sembra BeReal? Ti piace ancora Instagram (per te o i tuoi clienti/progetti)?
A proposito di dialogo, a maggio questa newsletter compie 1 anno e vorrei tanto che ci incontrassimo virtualmente. Ho in mente qualcosa 🔥 tieniti libero/a il 26 maggio, nella prossima newsletter tutti i dettagli!
Buon weekend di post programmati e rispondimi pure se vuoi :)
Valentina
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💰 Jobs
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📚 Letture
Testi che parlano di Valentina Falcinelli è uno di quei libri da avere sempre sulla scrivania. In 100 pagine la CEO di Pannamontata ci aiuta ad adattare le parole alla comunicazione di brand. In poche parole, a costruire (e mantenere) il cosiddetto tono di voce. Attività quotidiana e per niente semplice per un SMM. L'ho trovato molto utile per ragionare anche su come impostare un contenuto a 360°.
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Mi chiamo Valentina Tonutti e sono una social media strategist, in particolare per editoria, media e politica. Ho l'accento friulano e un cane che entra spesso nelle call.
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L'immagine di copertina è stata realizzata da Giorgia Petracci.