L'impatto di TikTok sulla cultura pop
Ciao *|MERGE1|*,
buon sabato e benvenuto/a in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
Parliamo, di nuovo, della piattaforma che se pure oggi ti sta antipatica, un domani - sempre più vicino - dovrai affrontare.
Quanto sta influenzando TikTok le nostre tendenze culturali?
Mentre sto scrivendo questa newsletter sto ascoltando e CANTANDO Angeleyes degli ABBA. Credimi se ti dico che senza TikTok non mi sarei mai ritrovata a farlo perchè sono una indie millennial a tutto tondo: i miei cantanti preferiti sono Bon Iver, The Strokes, Timber Timbre, scrivevo di musica, vado ai concertini e tutta quella roba lì.
Gli Abba sinceramente e con tutto il rispetto non li avevo mai presi in considerazione.
Eppure eccomi qui a canticchiarle una dopo l'altra. Ed è tutta colpa dei trend di TikTok che da mesi hanno come protagonisti audio estrapolati dalle loro hit.
Gli stessi ABBA sono stati molto bravi a curare la loro presenza sulla piattaforma, approdandoci ormai un anno fa con dei video perfettamente in linea con lo stile predominante.
Hanno oltre 2 milioni di follower, milioni di mi piace e una media di 500K views a video. Perchè si divertono, seguono i trend, sfruttano la coda lunga della colonna sonora di Luca (Disney) e non risultano mai pacchiani o boomer. Qui un recap di TikTok ripercorre il percorso della band sulla piattaforma.
Rimanendo nel campo musicale, un ulteriore segnale arriva dal successo di Running up that Hill di Kate Bush. Questa hit anni '80 è stata utilizzata nella quarta stagione di Stranger Things e, sommando la scena, già cult, a un po' di sano sentimento revival, su TikTok ha spopolato: è stata utilizzata in almeno 500.000 video.
Credo sia anche una questione di cosiddetta retromania. Nel 2014 mi era piaciuto scrivere un articolo proprio su questo tema, partendo dal (fantastico) libro Retromania di Simon Reynolds. Rileggendo il pezzo oggi (piangendo, ovviamente) mi sembra che al di là dei luoghi digitali, diversi dagli anni 2000, sia un sentimento ancora lontano dall'abbandonarci.
Potremmo parlare per ore di molti altri casi analoghi, ma prendiamo in considerazione anche un altro settore cugino: i libri.
Come anticipavo nella , a maggio ho avuto il piacere di supportare la copertura social di Marsilio e Sonzogno al Salone internazionale del libro di Torino.
PS è stato bellissssimo tornare a fare copertura eventi.
Oggi quando parliamo di libri è difficile non considerare TikTok, che da un paio di anni è diventato un importante luogo di confronto per il settore.
Girando il Salone ho visto almeno altri 2 o tre scaffali simili a questo di Rizzoli, completamente dedicati ai libri più citati su TikTok. Non ho idea se questa mossa abbia realmente influenzato le vendite, ma ho visto con i miei occhi nutriti gruppi di adolescenti venerare i libri scritti da Madeline Miller, romanzi a sfondo mitologico IMPRESCINDIBILI per i booktoker.
Questo articolo de Il Post racconta bene come i consigli letterari che girano su questa app possano influenzare il mercato, molto spesso in modo molto imprevedibile. Da La canzone di Achille a Una vita come tante, più casi ci fanno capire che può bastare una scintilla per rispolverare pubblicazioni uscite anche dieci anni prima.
Sì, su Instagram le conversazioni libresche sono collaudate da molti più anni, ma anche in questo caso la forza di TikTok sta nella verticalità (es: 5 libri che fanno piangere, ecc) e nella possibilità di trasmettere uno spettro più ampio di emozioni, attraverso video sempre più lunghi.
Recensioni e commenti tridimensionali che non lasciano spazio a convenevoli: o hai qualcosa di sinceramente interessante da dire, o nessuno ti guarda. Su TikTok è troppo difficile fingere. Conviene molto di più esprimersi sinceramente, anche quando si parla di libri.
Tra 5 anni per vendere un libro, un prodotto culturale, sarà imprescindibile parlarne su TikTok?
Io credo di sì, ma per tirare le fila ho chiesto un parere ad un grande esperto di comunicazione, pubblicità e editoria, Paolo Landi. Per 18 anni direttore marketing Benetton, ora è consulente per molti altri prestigiosi brand, contributor per giornali e riviste e autore, tra gli altri, di un libro che consiglio spesso qui e sui social, Instagram al tramonto*.
So che là fuori ci sono tanti scettici nei confronti di questa piattaforma, ma i miei primi capelli bianchi mi ricordano che fu la stessa cosa per Instagram e che la ruota gira sempre.
Poi gli adolescenti hanno quasi sempre ragione.
E tu? Cosa ne pensi? Questo scenario ti fa orrore o ti piacerebbe sperimentarlo?
Buon weekend e a sabato prossimo!
V.
Sì, questa newsletter è diventata settimanale 🔥
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Sarà possibile programmare i contenuti anche su TikTok, grazie alle recenti partnership attivate dalla piattaforma con i principali strumenti di content marketing (es. Later, Sprout Social, ecc)
Le ultime da Instagram: pubblicare Reels di 90 secondi, importare un audio esterno sui Reels, usare sticker interattivi all'interno dei Reels, pinnare contenuti sulla parte alta del profilo (sì, proprio come TikTok, e te pareva). Adam Mosseri sembra provato da tutto ciò
TikTok lancia gli abbonamenti alla live per permettere maggiore monetizzazione ai creator
Anche TikTok lancia gli avatar, come quelli di Instagram e Facebook
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📚 Biblioteca social
Ogni ultimo sabato del mese ti consiglio una lettura che può essere utile a noi che ci occupiamo di social media.
Non solo saggi, anzi, soprattutto romanzi che in qualche modo ci facciamo riflettere su questo pazzo e in continuo movimento mondo.
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Mi chiamo Valentina Tonutti e sono una social media strategist, in particolare per editoria, media e politica. Ho l'accento friulano e un cane che entra spesso nelle call.
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L'immagine di copertina è stata realizzata da Giorgia Petracci.