TikTok rincorre la tv o la tv rincorre TikTok?
Ciao *|MERGE1|*,
benvenut* in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
Anche questa, una bella settimanella. C'è stato il ponte, ma anche l'apocalisse di Instagram. Moltissimi utenti in tutto il mondo si sono ritrovati con l'account sospeso o con il numero di follower compromesso senza motivo.
Tutto ha poi ripreso a funzionare e i follower sono tornati, ma è l'ennesima conferma dell'importanza di un secondo canale di comunicazione se vogliamo fare le cose per bene.
Una newsletter, un canale Telegram, un gruppo LinkedIn, ecc. La prima soluzione è la migliore perché garantisce maggior controllo.
Pensiamoci e consigliamolo sempre, prima che sia troppo tardi 👀
A proposito di cambiamenti improvvisi e repentini delle piattaforme, anche Twitter non se la sta passando molto bene.
In coda alla mail, tra gli articoli da leggere, linko qualche articolo utile per capire che direzione sta prendendo Twitter in mano a Elon Musk. Ecco, le premesse sono delle più rosee.
Passiamo al tema di oggi: TikTok e la televisione.
Diamo per scontato che sia la seconda a rincorrere la prima, ma non è sempre e per forza così.
Per capirne di più ho interpellato chi si è recentemente trovato a lavorare sulla crasi perfetta di queste due realtà comunicative: Giulio Castoro, autore di Generazione LOL, la prima serie Prime Video in esclusiva su TikTok.
[Giulio è anche la mente dietro uno dei progetti più belli di Instagram, @instadellaspesa. Ne avevamo parlato in una delle prime puntate di questa newsletter]
Ti lascio alla lettura. Fammi sapere poi, se vuoi, cosa ne pensi.
Buon weekend di post programmati e alla prossima!
P.S. Se sei triste guarda come si sta divertendo il SMM di Twitter a cambiare la bio del profilo ufficiale di Twitter.
V.
TikTok rincorre la tv o la tv rincorre TikTok?
Partiamo da un dato di fatto: TikTok si è sempre definita una piattaforma di intrattenimento, non un social network. Quasi non voglia proprio mischiarsi con i social tradizionali.
Lo dicono spesso i capi della piattaforma e si nota dalle performance dei contenuti: le metriche più importanti sono le visualizzazioni e il tasso di completamento. Questo rende TikTok molto più simile a YouTube che a Instagram.
Se all'apice del suo successo YouTube veniva considerata la rivale della televisione, e se oggi TikTok viene considerato il rivale di YouTube (e non solo), significa che TikTok e la televisione sono in competizione? Potranno mai vivere in sinergia?
In un articolo su Link Gianluca Diegoli, tra i più noti esperti di marketing in Italia, provando a rispondere a una riflessione simile evidenzia la somiglianza tra lo zapping televisivo e lo scroll su TikTok.
In entrambi i casi, scrive, l'esperienza si basa su una modalità passiva di fruire i contenuti che ha al centro "l'adrenalina derivante dal non sapere a cosa si stia per assistere".
TikTok e la televisione. Due piattaforme così lontane per contenuti e protagonisti, ma così vicine per natura, in qualche modo.
Tanto vicine che sembrano rincorrersi: da una parte su TikTok sono fondamentali le rubriche, i format che ripetuti in serie contraddistinguono l'attività di un creator e che li rendono riconoscibili al pubblico.
Esempio banale: Khaby Lame ci intrattiene ripetendo sempre lo stesso gesto in ogni video.
Tecniche e vocabolario che attingono a piene mani dal modello televisivo.
Dall’altra parte la tv sgomita per non invecchiare e non perdere la guerra dell’attenzione, caratteristica dell’epoca social.
Nel mezzo ci sono le piattaforme di streaming.
Non mancano però i casi di perfetta sinergia tra tutte le parti in causa.
Forse scrollando su TikTok negli ultimi sei mesi ti sarà capitato di incappare in un'intervista di Francesca Fagnani alle sue Belve.
Belve è un programma Rai in seconda serata dove la conduttrice, Francesca Fagnani, dialoga a tu per tu con un ospite. Il rapporto tra intervistato e intervistatore è distante, rispettoso, ma avvolgente. Un po' à la Leosini.
Presenza social del programma: zero.
Presenza TikTok del programma: men che meno.
Eppure su TikTok le clip estratte da Belve esplodono. I video con hashtag #Belve raggiungono in totale quasi 80 milioni di visualizzazioni.
Numeri incredibili e neanche paragonabili al pubblico di un programma in seconda serata. Per darti un'idea, l'anno scorso l'ultima puntata di Sanremo ha fatto 11 milioni di spettatori.
Un fenomeno completamente frutto della condivisione spontanea da parte degli utenti.
User generated content. Il sogno di ogni di marketer.
Dall'altra parte ci sono gli esperimenti innovativi delle produzioni televisive.
Generazione LOL, la prima serie TikTok Original disponibile sul profilo di Prime Video, è uno dei primi tentativi in questo senso e sembra una prosecuzione naturale dell’evoluzione delle piattaforme di intrattenimento.
Come nelle edizioni passate di LOL, il format prevede 7 comici chiusi in una casa a sfidarsi a colpi di battute. Chi ride, è fuori.
Questa volta però i comici sono dei giovanissimi tiktoker e il formato è sempre verticale. Al posto di Fedez e Maionchi, Lillo Petrolo e Gabriele Vanato (TikToker).
8 puntate di circa 7 minuti prodotte da This is Hello per Prime Video, con la regia di Claudio Di Biagio e Giulio Castoro come autore.
Proprio al caro Giulio, friulano come me, ho chiesto come è stato creare una serie così ibrida.
V - Ciao Giulio, come ti sei preparato per scrivere questa serie? Soprattutto, come sta la tua soglia di attenzione?
G - Ciao Valentina, quando mi hanno proposto di adattare un titolo di successo come LOL al mondo TikTok, mi hanno chiesto che rapporto avessi con quel social.
Fino a quel momento ne ero un utente distratto, capivo poco le dinamiche della piattaforma e sì, lo ammetto, anche io pensavo fosse solo "IL SOCIAL DEI BALLETTI".
Dopodiché, mi ci sono buttato a capofitto ed è stato come entrare in un Luna Park tutto per me, senza file per le giostre.
L'algoritmo ha saputo quello che c'era da sapere di me e, oggi, è di gran lunga il mio social preferito: un mix di cose che mi interessavano già (vecchi spot TV anni '90 che cercavo da tempo, ma che non si trovavano da nessun'altra parte) e mondi nuovissimi (esattamente un'ora fa ho iniziato a seguire @2men1kitchen due chef romani che creano dei piatti che, visivamente sono una cosa ma che, in realtà, sono tutt'altro.
Fanno dei macarons che sembrano dei macarons, ma in realtà sono panini con la mortadella, stupendo). Per quanto riguarda la mia soglia di attenzione, beh...mi emoziono per dei macarons che sembrano panini con la mortazza, mi sembra di aver già detto tutto.
V - Quale è stata la sfida più impegnativa durante la produzione di una serie nata esclusivamente per TikTok, e quale invece il lato più divertente?
La cosa in assoluto più difficile è stata lavorare col formato verticale.
Generazione LOL è stato volutamente pensato e realizzato per essere un'esclusiva di TikTok e quindi lo studio, le telecamere, le gag dei 7 creator, per essere efficaci, avevano bisogno di concentrarsi su un piano verticale, anziché a destra e sinistra.
Sembra scontato quando giriamo e montiamo reels o altri contenuti solo per i nostri feed, ma far dimagrire uno show per farlo entrare nella taglia imposta dallo smartphone, non è una passeggiata.
V - Come è andata con i tiktoker?
Tralasciando il fatto che mi sono ufficialmente sentito vecchio quando i 7 tiktoker mi hanno preso in giro avendo notato che avevo l'app di Facebook sullo smartphone, con loro è stato facilissimo lavorare.
Per la maggior parte di loro, Generazione LOL è stata la prima volta in cui mettevano piede fuori dalla bolla iperprotetta della loro "cameretta", in cui si girano e si montano i video da soli.
Nonostante questo, c'è sempre stato un ascolto super attivo in entrambe le direzioni: da parte loro per capire quali fossero i tempi e gli spazi di una dinamica "televisiva" e da parte mia per adattare al meglio le loro esigenze in uno show in cui attorno non ci sono più ring light o cavalletti improvvisati per tenere su lo smartphone, ma decine e decine di telecamere e, soprattutto, altri 6 creator.
Non era scontato.
V - TikTok è il social del momento. Tutti provano a esserci, programmi tv compresi. Succede però anche che alcuni riescono a esserci senza volerlo. Il "caso Belve" è molto affascinante: un talk show Rai in seconda serata che diventa virale su TikTok, senza avere un account.
Secondo te in questi casi bisogna ringraziare il caso oppure esistono condizioni effettivamente utili a innescare la diffusione delle puntate di un programma tv su TikTok?
G - No, no...nessuna casualità. "Belve" funziona su TikTok per un motivo semplice tanto quanto complesso: è uno show con un'idea fortissima alla base.
È chiaro il titolo, è chiaro il format, le domande sono giuste e le risposte ancor di più, è forte Francesca Fagnani, insomma funziona tutto.
Che ora sia virale su TikTok è solo perché adesso è il momento di TikTok, se questa intervista l'avessimo fatta 10 anni fa, quando Tumblr era il "place to be" dell'Internet, scommetto quello che vuoi che Belve sarebbe diventato virale anche là.
Il mezzo Tik Tok è, per l'appunto, "solo" un mezzo per veicolare al meglio un'idea. Le idee forti vincono sempre, qualunque sia il contesto attorno.
V - TikTok in America ha recentemente lanciato una versione anche per la tv. La televisione cerca la viralità su TikTok.
Concludo in stile Marzullo: è TikTok a rincorrere la televisione, o è la televisione a rincorrere TikTok?
TikTok ha sicuramente fatto esplodere una pentola a pressione che ribolliva da tempo: penso a Vine, penso a Snapchat, penso anche al 2018 in cui TikTok ha sentito l'esigenza di allargare il proprio pubblico e cambiare il nome, abbandonando il troppo infantile musical.ly.
La forma attuale di TikTok è lo spirito del tempo in cui viviamo.
Apparentemente può sembrare che la televisione stia rincorrendo TikTok per adattarsi a quello che funziona oggi, ma per come la vedo io la TV è un semplice "elettrodomestico" che non scomparirà mai dalle nostre case.
Questo perché, rispetto al passato, oggi siamo noi a decidere quello che lei deve riprodurre. Per quanto mi riguarda, questa è una rivoluzione copernicana.
Quindi, se il social più contemporaneo riuscirà a fare breccia ancor di più nei nostri cuori, passando per l'elettrodomestico più classico, beh...vuol dire che la tv ha vinto un'altra volta!
Ringrazio Giulio per il suo tempo e il suo prezioso punto di vista! Puoi seguire le sue avventure autore televisivo (e non solo) su Instagram.
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