Ciao! Sei su Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager. Puntata #120.
Come stai? Guardi Sanremo? Ti piace nella sua Conti era?
Io questa settimana l’ho seguito con l’app Note alla mano e ho stalkerato i cantanti su tutte le piattaforme per appuntare le iniziative social più curiose e che possiamo replicare. Spero siano spunti utili!
Buon weekend di post programmati e alla prossima 💐
V.
Da quando Sanremo è diventato un evento alla moda (ndr. se anche tu lo guardavi prima dell’era Amadeus: sì, siamo eroi), è impossibile negare l’impatto della kermesse sulle tendenze social italiane – e viceversa.
Sanremo è uno specchio delle tendenze musicali e culturali italiane.
Certo, riflette il lato più pop, ma la varietà degli artisti in gara anche quest’anno lo rende un ottimo laboratorio per valutare le strategie di comunicazione utilizzate.
Se da una parte ci sono buone pratiche seguite da quasi tutti (es. caroselli con foto di backstage, post per annunciare l’uscita del disco, promozione del codice voto, ecc.), è nei dettagli – nei contenuti e nelle piattaforme scelte – che emergono le strategie, il posizionamento e le tendenze del settore.
Come una Carrie Bradshaw del Nord Est qualsiasi questa settimana ho quindi guardato Sanremo di notte e stalkerato i profili social degli artisti di giorno, appuntandomi le iniziative più curiose e interessanti per trarne degli spunti che possiamo poi replicare anche noi.
Nota metodologica: con 29 cantanti in gara, qualcosa può essermi sfuggito 😇 Se hai notato altri post interessanti, racconta tutto nei commenti o rispondi via mail!
Il vlog con voice over è ormai istituzione
L’anno scorso Mahmood si era fatto notare – tra le varie – per i suoi vlog quotidiani su TikTok, ironici e azzeccatissimi.
[dicasi vlog un video in cui racconti un’esperienza attraverso un collage di video e immagini; di solito si utilizza per raccontare una giornata tipo o un evento speciale in modo scanzonato]
I recap della giornata via video non sono l’invenzione del secolo, ma se ci aggiungi un commento audio, come fosse una nota vocale agli amici, allora le immagini acquistano una marcia in più.
È il dietro le quinte del dietro le quinte.
E noi del dietro le quinte degli artisti non ne abbiamo mai abbastanza.
Mahmood nel 2024 ha strutturato e lanciato il format.
Quest’anno Elodie l’ha reinterpretato: non solo il racconto del retroscena fatto di interviste, eventi, trucco&parrucco e abbracci di rito, ma ha anche il commento ai migliori contenuti online su di lei.
Come immagino sia andata: il/la social media manager di Elodie setaccia l’internet (suo compito, si sarà anche divertito/a), seleziona i contenuti più iconici, li incolla in un video unico e lo sottopone all’attenzione di Elodie, che tra una cosa da fare e l’altra registra l’audio commento.
Questo format è per tutti? No. Richiede voglia di divertirsi, autoironia e la capacità di non prendersi troppo sul serio.
Non lo consiglierei a Teo Mammucari, ecco.
Perché funziona? Perché ci fa vedere il festivàl (mi fa morire quando viene chiamato festivaaal) da un’ulteriore prospettiva, abbatte un ulteriore muro tra personaggio e pubblico.
Senza contare che di solito un contenuto simile è tipico di TikTok, raramente lo vediamo anche su Instagram quindi crea un senso di esclusività.
Sempre a proposito di TikTok e vlog, devo menzionare Brunori Sas, che proprio su TikTok non te lo aspetti.
E invece riesce a fare una cosa difficile: esplicitare il disagio di chi è costretto a usare una piattaforma “nuova”, consapevole sia necessaria, senza snaturarsi.
Anzi, usa la meta-narrazione per far funzionare tutto.
Brunori deve essere per forza una persona molto molto simpatica.
Gabbani mi ha scritto su Whatsapp (più o meno)
Per scrivere questa newsletter ho visitato tutti gli account social degli artisti in gara.
Questo disclaimer è necessario perché, pur non avendo nulla contro di lui, difficilmente sarei finita sulle Stories di Francesco Gabbani in un altro contesto.
E invece eccoci qui. Il giorno 1 del festival la mia esplorazione parte, a caso, proprio da lui.
Un link nelle Stories promette un’interazione diretta. Clicco e mi ritrovo su WhatsApp, con un messaggio già scritto pronto per essere inviato al Gabbani: “Stasera Viva La Vita.
Ho ricevuto un video messaggio, registrato in 9:16 come se me lo stesse inviando un mio amico al volo, in cui il cantante saluta i fan dall’Ariston, ricorda il codice e fornisce tutti i dettagli sulla canzone.
Niente che rivoluzionerà la storia della comunicazione della musica, non è di certo una novità usare WhatsApp nel marketing, ma trovo l’iniziativa particolarmente adatta al periodo che stiamo vivendo, caratterizzato da social fatigue, successo dei longform e delle community “chiuse”.
Ho apprezzato in particolare l’iper-personalizzazione dei messaggi inviati, il numero contenuto di messaggi inviati e lo stile perfettamente in linea con il personaggio.
Rkomi è stufo pieno dei social come noi
Dopo il boom post Sanremo nel 2022 e l’esperienza a X Factor, Mirko Manuele Martorana aka Rkomi ha deciso di sparire.
In India e dai social.
Lo ha raccontato poco tempo fa a Rolling Stone:
È stato difficile sparire?
Ne avevo così bisogno che non ho fatto fatica. Con i social mi è venuto naturale, faccio una fatica bestiale a usarli e per questo vengo definito da chi mi circonda come l’anti-algoritmo.Magari posso lasciare un commento sulla pagina di un fotografo che mi piace e seguo, ma è difficile che passi il mio tempo su Instagram. Ogni tanto mi sento vecchio, temo di non capire cosa pensano e cosa piace ai più giovani e quindi credo che dovrei applicarmi di più sui social. Per fortuna ho due nipoti, di 6 e 12 anni, che mi raccontano cosa ascoltano…
Oggi Rkomi sui social è tornato, ma a modo suo.
Niente reel patinati o storytelling tradizionale.
Il suo feed pre-Sanremo era un mix di caroselli di foto random, screenshot e immagini generate con IA apparentemente senza senso, ma che evidentemente lo divertono.
Anche il racconto del festival mi sembra segua il suo ritmo (delle cose!)
Se l’anno di detox è servito a trovare un compromesso per vivere la celebrità senza farsi schiacciare, anche, dai social, direi che ha vinto.
X è vivo e Lauro insieme a noi
Quando ho anticipato questa newsletter nelle Stories una mia amica SMM mi ha illuminato: Achille Lauro usa X. Spesso.
Nonostante Musk, nonostante gli esodi, nonostante le ads sui bitcoin.
Ma la cosa più interessante è come si rivolge al suo pubblico su X: lo chiama “senato.”
Achille, in che senso?
Ho controllato: non mi sembra che usi questo appellativo altrove. Gli altri (ad esempio i social di X Factor) lo usano per riferirsi al suo pubblico, ma lui sembra utilizzarlo solo su X.
Forse guardo troppo poco X Factor? Può darsi. Bimbe di Achille, illuminatemi.
Una cosa però è certa: Lauro scrive contenuti originali su una piattaforma ai minimi storici, dimostrando di capire il valore delle micro community.
Chiamare la sua audience "Senato" trasforma una semplice fanbase in un gruppo coeso con un’identità riconoscibile – un metodo di community building vecchio come il cucco (vedi le fagiane dell’Estetista Cinica), ma ancora efficacissimo.
Anche questo è rock ‘n’ roll.
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Anche Rkomi sta spopolando su X, interagisce moltissimo con la community e con i meme su di lui. È come se stessimo ripartendo dalle basi.
Ciao Valentina! Ti segnalo tra i tantissimi contenuti anche il profilo X di Olly, che ha deciso di affidare al suo gruppo di amici durante la settimana del Festival. Mi è sembrato di capire che il suo gruppo di amici avesse affittato una casa lì a Sanremo da cui seguire tutto il festival e attraverso i loro tweet è sembrato stare lì con loro e far parte di quel gruppo :)