Ciao! Sei su Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager. Puntata #116.
Rieccoci dopo la pausa natalizia. Buon anno!
Se hai avuto modo di farle, spero che le vacanze siano andate alla grande.
Io ho trovato un buon equilibrio tra il ritorno sugli sci (spoiler: sono ancora viva, quindi un successo), qualche gita e del tempo dedicato a sistemare quei progetti rimasti in sospeso a causa del tran tran quotidiano.
Oggi parliamo di un’attività che spesso finisce in fondo alla to-do list dei social media manager: la social media audit, ovvero la revisione dei canali.
È un esercizio prezioso, soprattutto a inizio anno, per analizzare cosa funziona e cosa no, e per strutturare poi un monitoraggio costante.
Ti racconto il mio processo, visto che me ne sto occupando proprio in queste settimane, sperando che possa esserti utile.
In coda, tra le letture consigliate, trovi alcuni articoli interessanti che ho letto riguardo l’annuncio di Mark Zuckerberg sulla fine del fact-checking su Meta. Ne riparleremo.
Buon weekend di post programmati e alla prossima,
V.
Noi social media manager siamo così spesso presi dalle urgenze quotidiane, dal rispondere ai commenti e dall’elaborare contenuti rispettando le scadenze, che ci sembra di non avere mai il tempo di fermarci.
Ma dedicare almeno un momento all’anno a fare un’analisi approfondita dei canali social, nostri o del cliente, è essenziale.
Intanto, cos’è una social media audit?
Io preferisco chiamarla “revisione”, come quella delle auto. Rende meglio l’idea.
La definizione più condivisa mi sembra in ogni caso questa:
Un controllo approfondito per capire cosa funziona e cosa no sui social, utile a ottimizzare la strategia in base agli obiettivi del brand.
Fare una revisione dei canali significa indagare, ispezionare nel dettaglio e valutare lo stato dell’arte di un brand sulle piattaforme utilizzate. Ovvero mettere in discussione tutti gli aspetti che compongono una presenza social: dalle basi, l’ABC che diamo per scontato, ai dettagli.
E sì, richiede un po’ di tempo e lucidità, ma ne vale la pena: ci permette di lavorare con più efficacia e di migliorare i nostri risultati.
Perché fare la revisione dei canali
1) Nuove idee di contenuto
Fare una revisione approfondita aiuta a trovare nuovi spunti per formati, rubriche e contenuti.
Specialmente quando gestiamo un progetto da tempo, è facile (e fisiologico) entrare in una routine creativa. I dati, però, non mentono: analizzarli può rivelare opportunità non ancora esplorate.
2) Il report mensile sarà più leggero
Quando mi confronto con altri social media manager o mi inserisco nei team social di un’azienda, il problema è spesso lo stesso: non avere il tempo materiale di fare il report ogni mese.
Comprensibile: le piattaforme, i trend e le novità aumentano sempre di più e così le cose da fare.
Ma è proprio in questo che ci viene in aiuto una revisione periodica: semplifica il lavoro fornendo una visione d’insieme che può rendere più leggeri (quindi più veloci da fare) i report mensili.
3) Allinea strategia social agli obiettivi del brand
Il panorama social cambia rapidamente, così come le priorità di un brand.
Una revisione regolare, una o due volte all’anno, garantisce che campagne e contenuti siano sempre allineati agli obiettivi aziendali.
Permette inoltre di fare il punto con il cliente o il capo, rafforzando la collaborazione.
Chi deve deve occuparsene
Mantenere l’equilibrio tra gestione quotidiana e visione a lungo termine è una delle sfide principali per i social media manager, per come la vedo io.
Idealmente, l’audit dovrebbe essere affidato a un social media analyst dedicato, così da lavorare con una visione più distaccata.
Questo succede più facilmente all’interno delle agenzie (ma non sempre) o di aziende medio-grandi. L’alternativa è che se ne occupi il social media manager.
Da freelance possiamo invece proporre la revisione come servizio specifico (cosa che ad esempio vorrei intensificare io quest’anno) o occuparcene all’interno di una gestione social a 360 gradi.
Come fare una social media audit: step by step
1. Raccogli i dati
All’interno di un file Excel crea una tabella elencando tutti i canali social attivi (anche quelli aperti anni fa che stano prendendo polvere) e le relative audience. Se inizi a fare questa cosa a gennaio alla fine dell’anno avrai un file con i dati puliti sull’andamento dei canali
Scarica i report di performance degli ultimi 6-12 mesi (follower, reach, engagement). Puoi usare strumenti esterni (es. Hootsuite, Later, ecc) o gli analytics delle piattaforme.
2. Analizza il pubblico
Disegna una panoramica del pubblico per ogni piattaforma social utilizzata. Genere, età, luoghi. Valuta interessi e comportamenti anche confrontando i dati con le statistiche d’uso delle piattaforme
Confronta dati demografici e comportamenti del pubblico con gli obiettivi del brand
3. Verifica la coerenza del brand
Immagini del profilo, copertine, bio, link: sono aggiornate e coerenti su tutti i canali?
4. Valuta la strategia dei contenuti
Segnala quali contenuti e quali temi, per piattaforma, sono andati meglio in termini di reach, interazioni e nuovi follower
Approfittane per analizzare anche i formati multimediali: quale formato (video, carousel, stories, ecc) funziona di più?
5. Analizza i competitor
Definisci e studia i profili social dei concorrenti
Quali contenuti pubblicano? Quali ricevono più engagement? Quali piattaforme usano?
6. Identifica le aree di miglioramento e fissa obiettivi chiari
A fronte di tutti i ragionamenti precedenti:
Stabilisci obiettivi SMART (specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e basati sul tempo) per il periodo successivo (es. 2025)
Suggerisci quali attività sono necessarie per raggiungerli (es. sviluppare una campagna creator, lanciare una nuova rubrica, migliorare il community management ecc).
☄️ Top 5 social media news
Meta chiude il programma di fact-checking e annuncia il modello “Community Notes”
Stop anche al dipartimento “diversity, equity, inclusion”, il programma di Meta dedicato alle politiche inclusive
TikTok potrebbe davvero chiudere negli Stati Uniti. Manca poco: la Corte Suprema potrà confermare o meno la legge che impone a ByteDance la vendita di TikTok entro il 19 gennaio
Su TikTok si potranno programmare i contenuti direttamente dall’app con 30 giorni di anticipo
YouTube aumenta la durata degli Shorts fino a 3 minuti per tutti gli utenti
👓 Risorse e articoli da leggere, ascoltare, guardare
Il calendario degli eventi 2025 secondo Iconosquare, molto completo
La manosfera: l’odio contro il femminismo dilaga online
Da Andrew Tate a TikTok, da Trump al mondo, la guerra culturale contro il femminismo è ovunque. Viola Stefanello su Siamo Mine
Il social-genocidio dei soldati israeliani a Gaza
È dall’inizio dell’assedio di Gaza che i soldati israeliani postano i propri crimini di guerra sui social media. Ne parla
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Nella sua newsletter Casey Newton ripercorre tutte le tappe della decisione di Meta, evidenzia le criticità e raccoglie feedback dai dipendenti della società
Stop pretending Meta cares about free speech
Sulla libertà di parola e la moderazione dei contenuti sulle piattaforme, secondo Taylor Lorenz
L’intervista di Mark Zuckerber a Joe Rogan
Non l’ho ancora ascoltata per intero perché è uscita ieri, ma intanto la linko qui
Il presidente della Corea del Sud si è radicalizzato guardando YouTube?
Sembra che prima di imporre la legge marziale Yoon Suk-yeol sia stato esposto a varie teorie del complotto. Via Il Post
📚 Biblioteca social
Una raccolta di letture utili a noi che ci occupiamo di social media. Dai saggi ai romanzi. Clicca qui e sfoglia l'archivio.
✍️ Chi scrive Fuori dal PED
Mi chiamo Valentina Tonutti e sono una social media manager e strategist. Dal 2013 lavoro specialmente per media, politica e editoria. Online e offline amo condividere e creare sinergie: Fuori dal PED nasce per questo.
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