Ciao! Sei su Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager. Puntata #106.
Come stai? Io in questo periodo sto cercando di ottimizzare il mio processo di lavoro in particolare grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.
Come di certo molti di voi voglio capire meglio come funziona questa tecnologia che evolve così velocemente. “Più di quanto ci rendiamo conto”, come sentiamo spesso dire.
Prima premessa: sono del team IA non ti temo. Voglio usarla a mio vantaggio, cercando di considerare tutti i risvolti, pratici ed etici.
A fronte di questo, oggi voglio tirare le somme su come utilizzo l’intelligenza artificiale per lavorare come social media manager e consulente.
Seconda premessa: credo di usare l’IA in modo molto basic, spero più avanti di scrivere una versione più avanzata.
Nel frattempo, se sei SMM e usi l’IA anche per altre attività rispetto a quelle che descrivo tra poco, raccontacele nei commenti, se ti va.
A proposito, ringrazio Rizzoli per avermi inviato “Intelligenza artificiale - 10 ambiti della nostra vita che stanno cambiando per sempre”, una raccolta di articoli (New York Times, Atlantic, Wired, ecc) che affrontano i principali temi coinvolti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, dalla storia della stessa IA, al gioco, alla scrittura fino alla guerra. Già inserito nella Biblioteca social, te lo consiglio.
V.
P.S. in coda, come sempre fino al giorno delle elezioni presidenziali americane, due aggiornamenti sui movimenti social della campagna elettorale che riguardano la nipote di Trump e gli interventi dem tradotti in “sludge content”. Ma anche un paio di articoli interessanti sugli uragani ai tempi dei content creator.
Come uso l’intelligenza artificiale per lavorare come social media manager e consulente
Gli strumenti che adottano l’intelligenza artificiale per migliorare il flusso di lavoro sono ormai infiniti.
Basta aprire LinkedIn per capire in quanti modi si possa utilizzare l’IA per agevolare le attività quotidiane.
Provandone un po’ ho capito però che per ora non me ne servono molti.
Non mi piace sovraccaricare il lavoro di strumenti che o sto più tempo a imparare a usare o non mi servono davvero.
Per questo preferisco concentrarmi su ChatGPT, che è l’unico che utilizzo davvero ogni giorno.
Uso la versione a pagamento perché mi fornisce informazioni più precise e posso caricare documenti senza limiti.
Ecco quindi come, quando e perché uso ChatGPT:
1. Controllare e correggere i documenti
Che si tratti di un preventivo o di una strategia social, trovare i refusi è forse l’attività principale che commissiono a ChatGPT.
Odio i refusi.
So che anche un solo refuso può essere sintomo di poca attenzione, ma sono anche consapevole che siamo esseri umani e che a volte troviamo refusi anche nei libri stampati da grandi case editrici.
Insomma, i refusi sono brutti ma succedono.
Spesso copio quindi il testo che voglio controllare o carico il documento nella chat per chiedere a ChatGPT di trovare eventuali errori.
2. Affinare il piano editoriale
Quando lavoro a un piano editoriale all’interno di una strategia social a seconda della situazione può capitare di confrontarmi con il social media manager dell’azienda, con il social media manager con cui collaboro oppure con me stessa se si tratta del servizio di consulenza e non di gestione.
Specialmente nell’ultimo caso, una volta preparata la lista di idee di format cucite su misura per il cliente chiedo a ChatGPT di controllare che siano ben strutturate, comprensibili al 100% e non ripetitive.
Questo mi aiuta molto a soffermarmi su quello che ho scritto ed eventualmente ad affinarlo.
3. Analizzare contesto e tendenze per una strategia social
Per elaborare una strategia social la prima cosa che faccio è analizzare il contesto in cui opera l’azienda o la persona per cui la devo sviluppare.
Ragiono su come si muove un settore sui social principalmente leggendo dati, statistiche, articoli e analizzando contenuti social e parole chiave. Poi analizzo i competitor.
Fatto questo chiedo a ChatGPT di fare lo stesso, in modo da raccogliere ancora più informazioni.
Di fatto così evito diversi passaggi su Google.
Quando chiedo a ChatGPT di farmi un’analisi del contesto ho imparato a chiedergli sempre di citarmi anche le fonti da cui prende le informazioni.
I risultati cambiano parecchio se lo si fa o meno e non ha senso avere un’analisi non veritiera o non convalidata.
Sempre a proposito di informazioni: ChatGPT mi è utile anche per estrarre informazioni da pagine web.
In questi giorni sto scrivendo una strategia social per un’azienda di un settore industriale molto tecnico, le informazioni da imparare sono molte e l’IA mi è utile per estrapolarle e metterle in ordine.
In definitiva, e come saprai, più usi ChatGPT più il sistema accumula informazioni e impara a conoscerti.
Il principale vantaggio che traggo dall’uso di ChatGPT è il risparmio di tempo. Le attività di cui sopra velocizzano senza dubbio il mio lavoro.
Dall’altra parte credo sia importante considerare che l’IA sia un sistema fallace: anche se migliora giorno dopo giorno non può comprendere completamente le sfumature, nel nostro caso, della comunicazione di un’azienda.
Fondamentale è supervisionare sempre l’attività che gli richiediamo di fare, fornire comandi molto specifici e nutrire l'IA con informazioni dettagliate.
Come afferma spesso il professor Luciano Floridi, filosofo e direttore del Centro di etica digitale a Yale, l’intelligenza artificiale non può superare il cervello umano.
Anche se la macchina tramite le reti neurali impara dai propri errori migliorando continuamente i risultati, le reti neurali non sono equiparabili alle centomila connessioni che ognuno dei nostri 86 miliardi di neuroni ha con gli altri.
Cosa voglio migliorare: nei prossimi mesi voglio seguire un corso per approfondire gli aspetti dell’uso dell’intelligenza artificiale nel processo creativo ed entrare nello specifico delle funzioni che abbiamo a disposizione. Non sono inoltre ancora pratica di Midjourney e altri strumenti di generazione immagini. Farò sapere!
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Rally dem e “sludge content”
La nuova idea del team Harris-Walz per raggiungere i più giovani grazie alle piattaforme digitali questa volta riguarda Twitch.
Mercoledì 9 ottobre Tim Walz ha tenuto un intervento in Arizona.
L’evento è stato trasmesso in diretta sul canale Twitch di Kamala Harris tramite un formato molto popolare su internet chiamato “sludge content”:
da una parte andava in onda la convention, dall’altra una sessione di gioco, sempre in diretta, a World of Warcraft.
Diventati popolare negli ultimi anni per contrastare la sempre più calante soglia dell’attenzione, i contenuti che vengono definiti sludge content sono collage di video in cui la schermata è divisa in due o più parti e contiene immagini video diverse.
Di solito da una parte c’è il video principale, quello a cui dobbiamo prestare attenzione, dall’altra un video accattivante, di quelli visivamente o acusticamente appaganti come i video di ASMR o i video in cui vengono schiacciate cose.
Format del genere sono ormai popolari, ma forse è la prima volta che li vediamo applicati a una campagna elettorale.
Trump punta ai giovani grazie alla nipote
Questo è il canale TikTok di Kai Trump, figlia di Donald Trump jr e quindi nipote di Donald Trump.
Ha 17 anni, gioca a golf e già in passato, sui suoi social e non solo, aveva manifestato il suo supporto al nonno e alla sua candidatura a presidente.
Nelle ultime settimane sembra aver aumentato le pubblicazioni su TikTok (a me esce spesso nei Per te) in vista delle elezioni.
I contenuti funzionano e sono in linea con quello che possiamo aspettarci dalla nipote di Donald Trump (es. vieni a giocare a golf con me e il nonno) e il suo profilo, anche se sfruttato in ritardo, può rappresentare per Trump un avamposto tra i giovanissimi.
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✍️ Chi scrive Fuori dal PED
Mi chiamo Valentina Tonutti e sono una social media manager e strategist. Dal 2014 lavoro con i social soprattutto per media, politica e editoria. Online e offline amo condividere e creare sinergie: Fuori dal PED nasce per questo.
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Adoro parlare di social media, di come cambiano e di come cambiamo noi con loro: se vuoi invitarmi al tuo evento/festival, scrivimi a vatonutti@gmail.com
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