La maledizione del follow4follow e altre cose commoventi su Threads
Fuori dal PED #71 | di cosa sta succedendo su Threads Italia (è tutto bellissimo)
Ciao, benvenut* in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
Ci siamo, Threads è sbarcato in Italia. Come spesso accade ci ho già trascorso più tempo del dovuto e ora mi trovo con una to do list da smaltire durante il weekend. That’s partita iva, baby.
Da fan di Twitter (e un po’ stufa di Instagram), Threads mi sta piacendo molto (mi trovi qui, se ti va).
In generale l’approdo su Threads del pubblico italiano si sta rivelando uno spettacolo.
Da una parte siamo per la prima volta davanti a un “super social” (definizione inventata ora): possiamo pubblicare di tutto, video, vocali, GIF, foto, foto gallery, caroselli. Tutti i formati multimediali possibili e immaginabili. Unico, per ora, escluso è il formato live.
Senza contare che per ora non c’è neanche la pubblicità. Un posto meraviglioso. Quanto ci metteremo a rovinarlo?
Noi italiani su Threads i questi giorni sembriamo un gruppo di esploratori spediti su un pianeta sconosciuto. Qualcuno si conosce già, altri non conoscono nessuno. Ci sentiamo però tutti amici a fronte della missione in comune: scoprire come funziona, da dove prendere l’acqua, come nutrirsi e sopravvivere su questa piattaforma. Chi per diletto, chi per lavoro.
C’è la vecchia guardia di Twitter che si ritrova dopo anni, come a una pizzata di classe.
Ci sono gli instagrammer che non hanno mai filato Twitter. Per loro è tutto nuovo e meraviglioso perché possono risparmiarsi ore di editing e montaggio Reels.
Ci sono i giovanissimi e i tiktoker che capiscono subito il meccanismo.
Ci sono i vip che, come successo anche su Clubhouse, ritrovano una dimensione proletaria in cui possono dialogare con gli utenti semplici, perché sulla piattaforma si è ancora in pochi.
Ci siamo ovviamente anche noi SMM che cerchiamo di portarci a casa le nozioni base da poter trasferire al cliente/azienda, tra entusiasmi e piantini.
Dall’altra parte, invece, già da ieri sono iniziati a sbucare i primi contenuti pubblicati per aumentare forzatamente i follower sulla piattaforma, come taggare follow4follow o “scrivere una letterina all’algoritmo”.
Il follow4follow in particolare pensavamo di essercelo lasciati alle spalle, nel cassetto in cui conserviamo i primi post su Instagram, foto brutte e colme di filtri, e le catene di Sant’Antonio.
Potevamo sopportare e scusare questa pratica nel 2012, ma alle porte del 2024 no.
Fermiamoli, spieghiamolo ad amici e parenti che si apprestano a sbarcare su Threads: seguire altri profili a caso in massa, in modo da farvi seguire, non serve a niente se non a crearvi confusione.
[Non nego di aver provato, quando ho attivato l’account, un brivido di piacere nel non seguire chi già seguivo su Instagram. Preferisco procedere giorno per giorno a mano, in modo da avere una bacheca “Per te” più pulita.]
Altra pratica anacronistica è “scrivere una lettera all’algoritmo”, come ha fatto notare anche il giornalista Francesco Marino.
Dal lancio di Threads questa tendenza si è verificata anche negli Stati Uniti, e noi la stiamo replicando paro paro.
Succede che molti utenti stanno scrivendo un thread per dire “all’algoritmo” quali temi interessano, in modo che l’algoritmo mostri il loro profilo ad altri utenti simili.
Pensare di poter parlare direttamente con l’algoritmo, e così di influenzarlo, è quasi commovente. E, come spiega bene questo articolo di Wired, si tratta di una tecnica che non funziona:
l’algoritmo di Threads (come gli algoritmi di praticamente tutti i social) si basa sulle interazioni precedenti. Nel particolare caso di Threads, l’algoritmo viene influenzato anche dalle interazioni che effettuiamo su Instagram.
Sul feed vediamo i contenuti simili ai contenuti con cui abbiamo già interagito.
Se sei su Threads l’avrai notato anche tu: il feed non è molto diverso, a livello di tipologia di utenti mostrati, da quello di Instagram. Cambia lo stile dei contenuti, più ironici e diretti, e la popolarità dei profili mostrati, che sembra basarsi molto meno - rispetto a IG - sul numero di follower.
Prima di salutarti ti lascio una bella guida su come funziona Threads, da leggere e incorporare nelle presentazioni che probabilmente ti chiederanno presto i tuoi capi/clienti:
→ Come funziona Threads, spiegato bene
Per oggi è tutto, che sono un po’ influenzata.
Buon weekend di post programmati e alla prossima,
V.
(e non prendere freddo, almeno tu)
🏆 Post della settimana
Il primo post su una nuova piattaforma non si scorda mai. Molti brand italiani si sono già fiondati a capofitto su Threads e di contenuti interessanti e divertenti in questo senso ce ne sono molti. Più difficile è continuare a pubblicare contenuti cercando da una parte di testare i formati a disposizione e dall’altra di sedimentare la propria presenza.
Per ora uno dei miei post preferiti è di Prime Video Italia:
→ Sperimenta un formato caratteristico di Threads, i vocali
→ Intrattiene gli utenti lanciando una sfida
→ Accompagna gli utenti alla scoperta dei propri prodotti, serie tv e film
→ Il tono è amichevole e in linea con questi primi giorni di Threads
☄️ Top 5 social media news
Threads è arrivato in Europa, aumentando del 25% circa l’audience mondiale della piattaforma
Su Instagram possiamo personalizzare lo sticker “Tocca a te” delle Stories, utile a creare un trend o una challenge
Nelle chat Whatsapp possiamo pinnare i messaggi importanti in alto
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