Ciao, benvenut* in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
Nei giorni scorsi ho preparato le slide per la masterclass del 2 febbraio a Pordenone, dove darò consigli a imprenditrici e libere professioniste (che non vedo l’ora di conoscere) su come strutturare la presenza social del proprio business in modo sostenibile.
L’obiettivo è aiutarle a trovare la combinazione più efficace tra tempo a disposizione, attitudini, obiettivi e le molteplici opportunità delle varie piattaforme. Fare ordine e far emergere il proprio business grazie ai social. Ché qui fuori è pieno di gran belle idee che possono decollare, trovando la quadra.
Per me il workshop è già da ora un momento arricchente perché avendo un tempo limitato devo proporre i ragionamenti essenziali, che alla fine sono quelli più importanti, per costruire la propria strategia social.
Queste slides e il fatto che siamo a inizio anno mi hanno permesso di tirare le fila su cosa sia una strategia social e voglio condividere con te le riflessioni che ho fatto.
[Premessa: tutto quello che leggerai è frutto dei miei 10 anni di lavoro sui social, prima in agenzie e poi da freelance. Non credo esista una scienza esatta in materia, ho costruito questo metodo lavorando, feedback dopo feedback.]
Buona lettura, spero ti sia utile, e se hai domande, ti aspetto sotto!
E buon weekend di post programmati.
V.
P.S. se cerchi nuove idee per i canali social della tua azienda, se vuoi sistemarla, o spingere un nuovo prodotto/servizio, scorri la newsletter 👇
A cosa serve creare una strategia social?
Iniziamo dalle necessità. Solitamente chi mi chiede aiuto, che lavori in un’azienda, abbia un piccolo business o sia freelance, lo fa perché:
Non ha tempo per gestire bene i social, deve lavorare su altri ambiti
Non conosce le dinamiche delle piattaforme social, non sa su quale o quali puntare
Deve promuovere un prodotto/servizio specifico
La necessità che accomuna tutti è trovare un equilibro tra essere presenti sui social, parlare al proprio pubblico di riferimento, ed essere costanti. Ed è proprio questo a cui serve una strategia social anche secondo me: avere un piano sostenibile. Inutile stare dappertutto e non riuscire a starci dietro. Sono ancora convinta che i canali di più successo siano verticali, a livello tematico e di spazi da occupare.
[🗂Dall’archivio di Fuori dal PED: Essere verticali sui social, come il Washington Post]
Come è composta una strategia social
Arriviamo alla ciccia. Io strutturo così i documenti di strategia:
Panoramica del brand (descrizione dell’azienda o del personal brand)
Analisi as is (pro e contro dell’attuale presenza social)
Definizione tono di voce (quale linguaggio e tono usare sui social)
Definizione dei target (dei, al plurale, perché al 99,9% c’è n’è sempre più di uno)
Identità visuale social (palette colori, adattamento del manuale di identità visiva del brand, font, ecc)
Strategia di rebranding canali o di lancio prodotto/servizio
Definizione obiettivi social
Content strategy (scelta dei canali e definizione delle rubriche tematiche)
Piano editoriale (dove, come, quando e perché parlare dei temi di interesse)
Contatti ed eventuali prossimi passi
Nell’ultimo punto ho scritto “eventuali prossimi passi” perché ho scelto di fornire ai clienti due possibilità: o concludere il progetto con la consegna della strategia, oppure continuare ad affiancarli nei mesi successivi per la messa in pratica dei contenuti sviluppati. Quest’ultima opzione è quella che per ora hanno scelto tutte le aziende con cui ho lavorato.
Che cos’è, quindi, una strategia social?
Concretamente, fare una strategia per me significa fare queste 4 attività:
Mettere in ordine la presenza social di un brand (o del lancio di u prodotto/servizio) o definirla ex novo
Definire le linee guida e i contenuti da utilizzare sui social
Elaborare (o potenziare) l’identità visiva di un brand sui social*
Costruire un calendario editoriale sostenibile
*da fare in qualità di SMM o strategist o da delegare a un graphic designer. O, terza opzione, da lavorare insieme al graphic designer dell’azienda.
🤝 Pro domo mea
Se pensi che sia venuto il momento di potenziare la strategia social del tuo brand, azienda o progetto, oppure di lanciarti su un nuovo canale, puoi prenotare una chiamata gratuita con me: capiremo insieme quali sono le necessità e le possibili soluzioni.
Limito i clienti da seguire ogni mese, in modo da garantire loro la giusta attenzione. In questo momento sto strutturando i progetti da iniziare ad aprile, periodo nel quale ho ancora un posto, se ti interessa.
☄️ Top 5 social media news
Pare che Instagram stia lavorando a Flipside, un profilo collaterale in cui condividere contenuti più genuini, disponibili solo per una cerchia ristretta
TikTok testa il caricamento di video di 30 minuti
…ma anche la possibilità di scrollare senza mani
Su BeReal due nuovi feed, dedicati alle persone famose e ai brand: RealPeople e RealBrands
Threads lavora per lanciare le bozze di post
👓 Da leggere, ascoltare, guardare
Perché parliamo così tanto di bambini sui social? via Lucy per la cultura
Gli algoritmi hanno davvero peggiorato i nostri gusti culturali? Il caso Pitchfork
Aumenta l’uso di TikTok da parte dei teenager, dice uno studio
4 modi in cui le piattaforme social potrebbero integrare l’AI
Ora TikTok vuole che i creator pubblichino post con immagini, statiche
I social stanno diventando più piccoli e più infidi
Le funzioni di Facebook e Instagram che cambieranno in Europa
Dovremmo tenere la politica fuori dai social? Forse
📚 Biblioteca social
Una raccolta di letture utili a noi che ci occupiamo di social media. Dai saggi ai romanzi. Clicca qui e sfoglia l'archivio.
🗓 Vediamoci
Il 2 febbraio a Pordenone partecipo a The Ideas Lab Woman con una masterclass su come costruire una strategia social sostenibile.
🎫 Qui i biglietti per partecipare
Mi chiamo Valentina Tonutti e sono una social media strategist. Dal 2014 lavoro con i social soprattutto per media, politica e editoria. Online e offline amo condividere e creare sinergie: la mia newsletter nasce per questo motivo (e perché dopo anni di microtesti ho voglia di scrivere cose lunghe).
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