Come usano i social in Asia?
Fuori dal PED #89 | 3 cose che ho scoperto al festival di cinema asiatico più famoso d'Europa
Ciao, benvenuto/a in Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager.
Questa settimana nella mia città, Udine, si è tenuto il festival di cinema asiatico più famoso d’Europa, il Far East Film Festival.
Un’occasione, sempre frizzante e arricchente, per conoscere meglio la cultura asiatica grazie ai suoi rappresentanti e i tanti esperti italiani presenti.
[Per l’occasione, a un evento del Far East, ho mangiato per la prima volta insetti, ma questo è un altro discorso.]
Questa sferzata campanilista (please, visit our city) perché durante il festival si è parlato anche di social media.
Durante i Bambù Talks, condotti da Giulia Pompili e Francesco Radicioni, è stato analizzato l’uso dei social oggi in Cina e Giappone.
Di seguito ti racconto le cose più interessanti emerse secondo me.
Tra gli ospiti del talk c’era anche l’ormai amica di Fuori dal PED Lucrezia Gudolin, giornalista e sinologa che ho intervistato qualche puntata fa.
Buon weekend di post programmati, alla prossima.
E vieni a Udine prima o poi, che abbiamo tutto, montagne bellissime, ottimo cibo, ancor più ottimo vino.
Mandi.
Che significa ciao, in friulano.
V.
P.S. potresti aver fatto ponte e, comprensibilmente, aver perso la puntata precedente di Fuori dal PED: sabato scorso abbiamo parlato della differenza tra influencer e creator, la recuperi qui.
Ho raccontato anche come funziona la neo nata Factanza Academy: un percorso di formazione per imparare a creare contenuti social, dai più bravi.
E grazie a Factanza per aver supportato la newsletter!
Quando parliamo di social parliamo spesso e volentieri di come vengono utilizzati negli Stati Uniti, dove gran parte di essi sono stati fondati e da dove provengono notizie e aggiornamenti che ricadono di conseguenza su di noi.
A volte però è utile ampliare lo sguardo e andare oltre l’Occidente.
L’Asia, nella sua vastità e nella sua spinta tecnologica, rappresenta uno scenario interessantissimo e credo abbia senso osservare cosa succede lì.
Qualche dato sull’uso dei social in Asia:
All’interno della zona Asia-Pacifico la China è il Paese con il più alto numero di account social (Statista)
Singapore è il decimo Paese al mondo per uso dei social media per numero di abitanti (85%)
Filippine, Malesia e Indonesia sono tra i Paesi che usano più piattaforme social al mondo (rispettivamente (8, 7.8, 7.9)
Questa una brevissima panoramica, chiaramente non completa perché non basterebbe un libro per esaminare tutti i Paesi.
Di seguito invece i fatti che mi sono portata a casa dal Bambù talk.
La famiglia imperiale giapponese è appena sbarcata su Instagram, in punta di piedi
Ad oggi sono molte le famiglie reali presenti sui principali social network.
Il loro coinvolgimento sui canali è cresciuto negli anni come quello di tutti i brand istituzionali.
Dalla Regina Rania di Giordania, ai reali di Spagna, passando per quelli di Norvegia e Danimarca, fino alla arci nota royal family inglese, nessuna famiglia fa un uso del mezzo particolarmente fuori dall’ordinario.
Chi più chi meno (i Royals britannici giocano una partita a parte) utilizza i social per comunicare note ufficiali e immagini istituzionali.
Chi invece ha sempre preferito rimanere lontano dagli schermi sono l’Imperatore e l’Imperatrice del Giappone.
In linea con la loro comunicazione, riservata e limitata ai comunicati ufficiali, fino a pochi giorni fa la casa imperiale non aveva neanche un canale social attivo.
Il 1 aprile, colpo di scena, il primo slancio social: l’apertura del profilo Instagram.
Come possiamo vedere da questo screenshot l’approccio allo strumento è molto cauto.
La famiglia reale giapponese è anche qui molto attenta a non esporsi troppo (qualsiasi critica pubblica è un tabù nel Paese e l’imperatore è considerato un’autorità religiosa), ma l’iniziativa rappresenta un passo in avanti, specialmente nei confronti dei più giovani.
Foto ufficiali, foto di rito, qualche immagine sulla cultura giapponese. Stop.
Se già i loro colleghi sono contenuti per definizione, i royals giapponesi su Instagram fanno il minimo indispensabile.
E forse non è male neanche così.
Il partito comunista cinese non è sui social, ma esiste l’app di Xi Jinping
Cito China Files:
«Si chiama Xuexi Qiangguo, (“Studiare la Potente Nazione”), combinazione di caratteri che gioca sull’omofonia tra il nome di Xi Jinping e il verbo “studiare”.»
In questa app è possibile seguire tutti gli aggiornamenti del governo cinese, imparare la dottrina del Presidente e anche partecipare a quiz (prendono sul serio la cosiddetta gamification).
A ottobre 2019 l’app ha superato i 100 milioni di utenti attivi, superando per download WeChat e Douyin/TikTok.
Anche gli influencer occidentali sono utili alla propaganda cinese
Nonostante in Cina i social di Meta siano bloccati (esistono corrispettivi asiatici) - e anche per questo motivo - influencer occidentali e cinesi sono presenti sia sulle piattaforme cinesi che occidentali per raccontare la Cina oltre i confini.
Sapevo che gli influencer venissero utilizzati come strumenti di propaganda, meno che questa attività riguardasse anche influencer occidentali.
La narrazione che viene fatta del Paese da entrambe le categorie è edulcorata rispetto alla realtà e comporta, neanche a dirlo, non poche conseguenze:
«Il crescente utilizzo di influencer stranieri renderà sempre più difficile alle piattaforme social, i governi stranieri e gli individui distinguere tra propaganda e contenuti autentici.»
- The role of foreign influencers in China’s propaganda system, ASPI
Gli influencer stranieri presenti e attivi in Cina provengono prevalentemente da Russia, Stati Uniti e Regno Unito.
Se ti interessa il tema, nella puntata di seguito Lucrezia Goldin mi ha raccontato come funziona Xiaohongshu, un “nuovo” social cinese:
☄️ Top 5 social media news
Instagram aggiorna l’algoritmo per dare priorità ai creator emergenti e contenuti originali
Sempre su Instagram: arrivano 4 nuovi sticker per le Stories
Su TikTok torneranno le canzoni di cui Universal Music detiene i diritti
Su LinkedIn si potrà anche giocare. Ebbene sì
Meta lancia su Threads un programma bonus per i creator
👓 Da leggere, ascoltare, guardare
L’inutile link nel primo commento, su LinkedIn. Da
Cosa succede se la politica scompare da Instagram. Di Francesco Marino
Quando un’app social viene bannata: come sta andando il ban di TikTok in India
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Una raccolta di letture utili a noi che ci occupiamo di social media. Dai saggi ai romanzi. Clicca qui e sfoglia l'archivio.
✍️ Chi scrive Fuori dal PED
Mi chiamo Valentina Tonutti e sono una social media manager e strategist. Dal 2014 lavoro con i social soprattutto per media, politica e editoria. Online e offline amo condividere e creare sinergie: Fuori dal PED nasce per questo.
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