Ciao! Sei su Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager. Puntata #130.
Ti scrivo dal Salone del Libro di Torino, dove come ti dicevo in questi giorni sto coprendo la partecipazione di Stefano Nazzi sui suoi canali social.
Tra una corsa e l’altra tra i vari padiglioni (ogni anno mi sconvolge l’ampiezza dell’evento), tra ieri e oggi ho riflettuto sullo stato dell’arte del celebre BookTok.
Buon weekend di post programmati e alla prossima,
V.
Dimenticavo, notiziona! Il 5 giugno sono al We Make Future, Bologna, per raccontare il lavoro sui social di Stefano Nazzi 💥 Se ci sei ti aspetto alle 14 nella sala Social Media Strategies
Una volta qui era tutto un BookTok.
Ma “una volta” tipo l’anno scorso.
Per chi si fosse perso il fenomeno: il “BookTok” rappresenta un filone di contenuti dedicati ai libri su TikTok.
I contenuti sono tendenzialmente caratterizzati da un approccio tranquillo, simpatico, easy.
Una tendenza, quella di raccontare libri sulla piattaforma cinese, esplosa in particolare durante la pandemia e diventata il motore di una nuova generazione di lettori.
Un movimento che col tempo ha fatto schizzare le vendite di titoli nuovi e vecchi.
A volte tramite meccanismi casuali, a volte grazie a campagne particolarmente accattivanti.
Un movimento irresistibile per tutti gli attori del mercato editoriale che vedevano in esso una miniera d’oro per la promozione editoriale.
Uso il passato perché forse l’età dell’oro di BookTok si è ridimensionata.
Tre anni fa, al Salone del Libro, il BookTok era davvero ovunque.
L’hashtag #BookTok dominava le pareti di molti stand, TikTok aveva allestito uno spazio molto grande e interattivo per incontrare autori, case editrici, comunicatori e lettori.
Molte case editrici avevano aperto il proprio canale su TT proprio in occasione del Salone.
L’anno scorso si sono tenuti addirittura i BookTok Awards per premiare i titoli più discussi.
Era il momento in cui TikTok dimostrava al mondo dell’editoria (e non solo) quanto potesse essere utile anche per i prodotti culturali.
Al tempo avevo raccolto le mie impressioni in questa puntata di Fuori dal PED:
Quest’anno invece dello stand di TikTok neanche l’ombra.
Le classifiche dei libri “visti su TikTok” sono ancora presenti tra gli scaffali delle case editrici, ma sbirciando tra un padiglione e l’altro (ndr. a fatica perché i padiglioni sono infiniti, infinitii) l’hype sembra essersi ridimensionato.
Senza uno spazio ufficiale a fungere da calamita ho notato anche meno creator libreschi in giro per il Lingotto e di conseguenza meno contenuti (questa è la mia personalissima percezione, non ho dati alla mano).
C’è qualcosa di brutto in tutto questo? Secondo me no.
È un’evoluzione naturale dei nostri comportamenti online.
Se BookTok non è più al centro della scena, non significa che sia scomparso. Semplicemente si è “normalizzato” e integrato nel marketing editoriale, perdendo un po’ del suo fascino rivoluzionario.
Come scriveva Arvyn Cerezo su BookRiot alla fine dell’anno scorso, il fenomeno è passato dall'essere un movimento spontaneo a un elemento standard del marketing editoriale.
Il canale funziona, ma funziona meglio per alcuni generi come romance, thriller e young adult, mentre fatica con la narrativa sperimentale o meno commerciale.
TikTok stessa ha aperto una sua casa editrice, la 8th Note Press per pubblicare fiction, fantasy e romance.
Non è una sconfitta, è un’evoluzione.
D’altronde anche i tiktoker (e le piattaforme) crescono.
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📚 Biblioteca social
Una raccolta di letture utili a noi che ci occupiamo di social media. Dai saggi ai romanzi. Clicca qui e sfoglia l'archivio.
👩🏫 Vediamoci in classe (o in giro)
A novembre parte Social media per l’editoria, il mio corso per la Scuola del libro.
4 lezioni online, 10 ore totali per capire come passare dal raccontare libri per passione al promuoverli per lavoro.
Vedremo come promuovere l’uscita di un libro, come usare i social per valorizzare un autore senza snaturarlo, e come costruire un portfolio da social media manager per l’editoria, anche senza esperienza.
Qui il programma e le info per partecipare. Scrivimi se hai domande!
📍Il 29 maggio al festival èStoria di Gorizia modero la presentazione del libro “Le città della musica” di Guia Cortassa. Ospite lo storico Mimmo Franzinelli
📍Il 5 giugno a We Make Future (Bologna) racconto come ho impostato la strategia e la gestione social di Stefano Nazzi. Ti aspetto alle 14 in sala Social Media Strategies
📍A fine giugno a San Daniele del Friuli sarò ospite a Dixit, festival sul digitale, per parlare di come è cambiata la comunicazione istituzionale dopo Trump. Presto esce il programma
📍Il 10 giugno a Pasian di Prato (Friuli) ci confrontiamo intorno alla domanda L’Algoritmo ha una morale?
Alti incontri molti belli bollono in pentola, appena confermati li aggiungo a questa lista!
✍️ Chi scrive Fuori dal PED
Mi chiamo Valentina Tonutti e sono una social media manager e strategist. Dal 2013 lavoro specialmente per media, politica e editoria. Online e offline amo condividere e creare sinergie: Fuori dal PED nasce per questo.
Vuoi una strategia social? Ti serve qualcuno per gestire i social? Faccio io, ma prima conosciamoci.
Mi trovi, ovviamente, anche su TikTok, LinkedIn, Instagram.
Adoro parlare di social media, di come cambiano e di come noi cambiamo con loro: se vuoi invitarmi al tuo evento scrivi a vatonutti@gmail.com
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Molto interessante! Il fenomeno #BookTok, nato come spazio spontaneo di entusiasmo e condivisione, è ormai diventato un’estensione degli uffici marketing delle case editrici. Quello che era uno slancio autentico oggi diventa quasi uno standard, ci sta è la regola non scritta del marketing . Mi sento però di muovere una critica, le case editrici hanno delegato ai creator un potere editoriale che rischia di appiattire l’offerta e rincorrere solo l’immediato. L’editoria dovrebbe ascoltare, sì, ma scegliere e dettare una linea per passare da “fenomeno del momento “ a cultura.
Sei in giro anche domani?