Ciao! Sei su Fuori dal PED, la newsletter che cerca di fare ordine tra i trend social e i drammi dei social media manager. Puntata #118.
Come va? Certo che durante questo infinito gennaio è impegnativo stare dietro a tutte le novità delle piattaforme.
Solo questa settimana: feed Instagram in 4:5, lancio della CapCut di Meta, “Edit”, i Reels lunghi fino a 3 minuti.
Forza, ce la faremo.
E poi, a far da cornice a tutto, l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca.
Qui non parliamo di politica, ma spesso ci occupiamo di come comunica la politica.
Se negli episodi precedenti abbiamo raccontato come hanno funzionato le transizioni social delle amministrazioni Obama e Biden e come si strutturava la strategia social di Donald Trump, oggi approfondiamo cosa è cambiato con la sua seconda presidenza.
Ah, sto usando più spesso la chat di Substack, sentiamoci anche lì per chiacchierare di queste cose, se ti va!
Buon weekend di post programmati e alla prossima,
V.
No, Meta non ci obbliga a seguire Trump e Vance su Instagram… ma è sempre meglio controllare
Negli ultimi giorni si è discusso molto della possibilità che, dal giorno dell’insediamento, Meta obbligasse gli utenti a seguire su Instagram e Facebook i profili di Donald Trump e JD Vance in automatico.
In realtà si tratta di un procedimento che avviene dal 2016, da quando si è svolta la prima transizione social con il metodo Obama.
Ne avevo parlato nello specifico in una puntata di questa newsletter:
Capisco però i dubbi a riguardo.
Se in generale il complottismo non serve mai a nessuno, è anche vero che Mark Zuckerberg ha allineato le politiche di Meta all’ideologia trumpiana.
È comprensibile pensare al, termine tecnico, magheggio.
Ma togliamoci ogni dubbio.
In generale per verificare se ci siamo ritrovati a seguire un profilo contro la nostra volontà basta fare così:
Andiamo su [@]potus
Tap sulle tre linee in alto a destra
Selezioniamo “Vedi attività condivisa”.
Lì leggeremo: “Hai iniziato a seguire POTUS a gennaio 2025”
Questo avviene perché i follower sono stati trasferiti automaticamente al nuovo presidente.
Se infatti andiamo su [@]potus46archive troviamo tutti i contenuti pubblicati dall’amministrazione Biden.
Accedendo all’attività condivisa vediamo che abbiamo iniziato a seguire il profilo a gennaio 2021, momento dell’insediamento di Biden.
Questo procedimento si può applicare allo stesso modo anche ai canali vp, flotus e whitehouse.
Il calo dei follower di POTUS
Tra i cambiamenti della transizione social mi ha colpito la significativa perdita di follower del profilo del Presidente USA i giorni dopo l’insediamento.
Il giorno dell’insediamento di Donald Trump, il profilo contava circa 20 milioni di follower.
Due giorni dopo, il numero è crollato a 16 milioni.
Un calo di 4 milioni dovuto probabilmente all’unfollowing di chi non desiderava seguire il nuovo presidente ma si è ritrovato a farlo a causa della transizione automatica.
Nota: i dati precedenti al 21 gennaio possono invece risultare imprecisi. Biden ha lasciato il canale POTUS con 18,7 milioni di follower, ma il grafico non riflette bene l’andamento dell’audience tra il 20 e il 21 gennaio probabilmente a causa delle operazioni legate alla transizione.
Il rebranding della Casa Bianca
Non si può parlare della nuova strategia social della Casa Bianca senza considerare la nuova identità visiva.
Rispetto all’amministrazione precedente (logo in alto), con Trump il logo è cambiato molto (logo in basso):
Il disegno della Casa Bianca è molto più dettagliato, ricco di particolari architettonici.
La bandiera che svetta al centro è passata da bianca a colori.
Secondo Fast Company, questa scelta potrebbe essere un omaggio al Presidente Reagan, il primo a utilizzarla in questo modo nel logo durante le conferenze stampa.
Anche il sito web della Casa Bianca ha subito cambiamenti importanti che sembrano guardare al passato:
Via molte pagine, tra cui quella della Costituzione (!) e la versione in spagnolo del sito (!!)
Pochissime sezioni: News, Administration, Issues (notizie, biografie, temi di interesse e obiettivi).
Questi sembrano essere i tre pilastri, i pillars, sui quali si baserà anche la strategia social.
Così appare oggi il nuovo profilo Instagram della Casa Bianca:
E così appariva durante l’amministrazione Biden:

Il nuovo feed della Casa Bianca non è particolarmente innovativo e ricorda molto quello di Fox News, la rete televisiva pro-Trump: quasi copiato l’uso del testo semplice sottolineato in rosso per i titoli dei Reels.
In generale ogni dettaglio, dal logo al tono di voce, trasmette forte e chiaro l’ideologia trumpista.
Come gli annunci e le decisioni che sta prendendo in questi giorni da Presidente, anche la nuova identità visiva è un segnale forte e una mossa strategica per distaccarsi dall’amministrazione precedente.
La strategia social è al 100% multipiattaforma: i contenuti vengono adattati al social e non tutti escono su tutte le piattaforme allo stesso momento (il cosiddetto cross-posting).
Per fare un esempio, contenuto messaggio è uscito con una card ad hoc (foto + mockup tweet) su Instagram e con un post testo + foto su Facebook.
Il tono di voce della Casa Bianca di oggi è esplicito, diretto, aggressivo.
Molto lontano dal classico tono istituzionale a cui eravamo abituati.
Un post come questo, per ciò che rappresenta e per le singole parole scelte, fa venire i brividi.
I confini tra politica e istituzione, anche sul piano della comunicazione, sembrano dissolversi sempre di più, rendendo sempre più difficile tracciare la linea tra rappresentanza e propaganda.
☄️ Top 5 social media news
Instagram lancia Edit, la sua CapCut
La griglia del profilo passa da quadrata a rettangolare, sempre su Instagram
La durata dei Reels aumenta fino a 3 minuti
TikTok non è ancora disponibile sugli store, negli Stati Uniti
Su Threads possiamo programmare i post e leggere gli insights
👓 Risorse e articoli da leggere, ascoltare, guardare
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sta provando a non essere così noioso su social (e non). In campagna elettorale sta cercando di ribaltare la sua immagine, troppo compassata, con un approccio più grintoso: potrebbe non bastare
Welcome to favelas, una delle pagine più famose e caotiche di Instagram Italia, ha incontrato dei rappresentanti di Elon Musk
Negli USA diversi utenti Instagram hanno segnalato che hashtag come #democrats e #jan6 risultino bloccati o nascosti
Non siamo cospirazionisti se ci preoccupiamo della svolta a destra dei social media. Quanto dobbiamo credere a Meta, ora? via The Verge
Come funziona l’algoritmo di Instagram nel 2025, secondo il suo capo
Le piattaforme opensource alternative a Meta e TikTok stanno crescendo
📚 Biblioteca social
Una raccolta di letture utili a noi che ci occupiamo di social media. Dai saggi ai romanzi. Clicca qui e sfoglia l'archivio.
✍️ Chi scrive Fuori dal PED
Mi chiamo Valentina Tonutti e sono una social media manager e strategist. Dal 2013 lavoro specialmente per media, politica e editoria. Online e offline amo condividere e creare sinergie: Fuori dal PED nasce per questo.
Vuoi una strategia social? Ti serve qualcuno per gestire i social? Faccio io, ma prima conosciamoci.
Mi trovi, ovviamente, anche su TikTok, LinkedIn, Instagram.
Adoro parlare di social media, di come cambiano e di come noi cambiamo con loro: se vuoi invitarmi al tuo evento scrivi a vatonutti@gmail.com
Se Fuori dal PED ti piace e ti è utile, aiutami a diffonderla inoltrandola a colleghi, amici, parenti, in tutti i luoghi e in tutti i laghi:
Molto utile, grazie dell'ulteriore approfondimento. Ho inoltrato questa e la tua precedente newsletter sul tema a chi sospettava il complotto, perché in effetti con gli eventi recenti è cosa lecita avere il dubbio. Ma perlomeno la vicenda ci ha insegnato qualcosa che non sapevamo (almeno, io ero all'oscuro di questa modalità di transizione).
sempre sul pezzo !